Ultimo aggiornamento 28.03.2024 - 14:24

Così torna l'Irpef sulle case sfitte - Corriere della Sera

  • 21 Ott, 2013
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
Letto: 1270 volte

Legge di Stabilità

 

Le prime case pagheranno meno, ma, secondo il nuovo regime fiscale, sugli altri immobili le tasse rischiano di essere più pesanti di oggi, soprattutto per quel che riguarda le case sfitte, sulle quali oltre a Imue Tasi, si tornerà a pagare anche l'Irpef sulla rendita catastale. E non sarà, quello della casa, l'unico scoglio che la manovra economica dovrà superare in Parlamento.
La partita del cuneo fiscale è apertissima. Con i soldi che ci sono a disposizione nel 2014 e nei prossimi due anni, 5 miliardi per i lavoratori e 5,6 per le imprese, l'importo dello sgravio sarà molto modesto.

La legge di Stabilità non è ancora arrivata in Parlamento e già la polemica politica torna ad infiammarsi. Nel mirino c'è la riforma dell'Imu del 2014, con l'arrivo della Tasi accanto alla vecchia tassa sui rifiuti. Secondo la relazione tecnica, il gettito del nuovo tributo sui servizi indivisibili dei Comuni, 3,7 miliardi, sarà superiore a quello dell'Imu sulla prima casa, 3,3 miliardi (aliquota standard), che viene abolita. E la cosa è stata duramente contestata dai lealisti del Pdl, che con Daniele Capezzone parlano di stangata in arrivo.

Il ministero dell'Economia è tornato sulla questione nel pomeriggio, con una nota per spiegare che i 3,7 miliardi della nuova imposta sono da mettere in rapporto ai 4,7 garantiti dall'Imue dalla vecchia Tarsu sui servizi, che è stata cancellata e assorbita dalla Tasi. Un miliardo di meno, sostiene il Tesoro, coperto con un trasferimento dello Stato ai Comuni. Il nuovo regime fiscale della casa, in ogni caso, non sarà comunque tanto più leggero. Le prime case pagheranno meno, ma sugli altri immobili le tasse rischiano di essere più pesanti di oggi, soprattutto nel caso delle case sfitte, sulle quali oltre a Imu e Tasi, si tornerà a pagare anche l'Irpef sulla rendita catastale. E non sarà, quello della casa, l'unico scoglio che la manovra dovrà superare in Parlamento.

La partita del cuneo fiscale è apertissima. Con i soldi che ci sono a disposizione nel 2014 e nei prossimi due anni, 5 miliardi per i lavoratori e 5,6 per le imprese, l'importo dello sgravio sarà molto modesto. Per i lavoratori dipendenti, che avranno maggiori detrazioni Irpef (ma solo sulle retribuzioni fino a 60 mila euro lordi, cioè 55 mila di imponibile) il beneficio massimo, appannaggio di chi ha un lordo di 17 mila euro e prende un netto di 13.192, è di circa 15 euro lordi al mese, 180 euro l'anno. Il governo è pronto a discutere una nuova articolazione degli sgravi con le parti sociali e con il Parlamento, ma il problema resta quello delle risorse e per finanziare altri interventi bisogna trovarne altre con taglio di spesa o nuove entrate. I saldi della manovra, secondo il governo, non possono in ogni caso essere modificati.

Tutta la legge di Stabilità, costruita su un bilancio che ha solo un piccolissimo margine rispetto ai vincoli europei, è costruita con interventi compensativi. A fronte dell'aumento delle detrazioni per il lavoro dipendente (che per giunta tagliano fuori gli incapienti, cioè chi dichiara meno di 9 mila euro lordi), è previsto un taglio delle detrazioni Irpef dal 19% al 18% (spese mediche, interessi sui mutui, scuole e palestre per i figli) che interessano tutti i contribuenti, per 500 milioni di euro. Poi ci sono i contributi di solidarietà sulle pensioni d'oro, ma anche la rivalutazione solo parziale delle pensioni di importo medio. Il testo della legge di Stabilità prevede che l'indicizzazione ai prezzi sia integrale solo per gli assegni fino a tre volte il minimo Inps, mentre si annulli per la quota superiore a sei volte il minimo. Ieri Gianni Cuperlo del Pd, ha detto che in Parlamento bisognerà modificare la norma per garantire la piena indicizzazione a tutte le pensioni pari almeno a sei volte il minimo Inps, circa 3.000 euro. La legge di Stabilità sarà trasmessa oggi alla Commissione Ue a Bruxelles. Il debutto in Parlamento è per domani, con l'avvio dell'iter in Senato. Ma i sindacati sono già sul piede di guerra: «Decideremo le forme di lotta piu idonee, non escludiamo nulla, neanche uno sciopero generale», ha affermato il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti in vista dell'incontro tra Cgil, Cil e Uil di stamattina.

Progetti

Podcast - Gazzetta IFEL


Webinar
e-Learning

In presenza

Seminari