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Per la zona franca domande a Invitalia entro il 16 maggio-Sole 24ore

  • 21 Apr, 2016
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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pParte anche in Lombardia il meccanismo della zona franca urbana per le micro­imprese che operano nei Comuni colpiti dal sisma del 2012.

Per inviare le domande, tramite la piattaforma telematica di Invitalia (https:// agevolazionidgiai.invitalia.it)c'è tempo fino al 16 maggio, ma le prime richieste arrivate confermano il problema di "sovradimensionamento" già riscontrato in Emilia Romagna, dove la raccolta delle richieste si è chiusa il 31 marzoe si attende la distribuzione dei bonus: vista l'esperienza, al ministero dello Sviluppo economico si sta studiando un nuovo meccanismo che, per il futuro, metta un tetto alle richieste di credito d'imposta per evitare che le agevolazioni si perdono per strada. Ma per capire meglio la questione bisogna andare con ordine. La manovra 2016 riconosce alle micro­imprese (tetto di 80mila euro di fatturato e 5 dipendenti nel 2014) che lavorano nei Comuni interessati dal terremoto del 2012 un triplice bonus su imposte sui redditi, Irap e Imu. L'aiuto ha la forma del credito d'imposta, e può essere quindi usato in compensazione degli altri pagamenti dovuti dall'impresa al fisco: un sistema di questo tipo fissa "naturalmente" un limite al bonus per ogni impresa, che ovviamente non può ottenere uno sconto superiore alle imposte da pagare. Il tetto di legge, 200mila euro, non va però d'accordo con la dimensione delle imprese interessate, che hanno conti medi da pagare molto più leggeri, ma tocca al singolo contribuente autolimitare la propria richiesta. Il ri­ sultato è ovvio: l'ampia maggioranza degli interessati chiede il massimo, anche perché i 200mila euro sono la cifra proposta in automatico dal sistema, con l'obiettivo di ottenere comunque la più alta agevolazione possibile. Un primo monitoraggio delle richieste lombarde, presentato ieri dal ministero dello Sviluppo economicoa Gonzaga (Mantova) nell'incontro organizzato da Anci Lombardia con le imprese del territorio, conferma questa dinamica: le prime 100 richieste ammontano a 20 milioni, cioè appunto 200mila euro a testa, mentre in Emilia Romagna, dove la plateaè più ampia, le domande valgono in tutto 336 milioni. Qui arriva il primo problema, perché la manovra ha messoa disposizione 20 milioni per l'Emilia Romagna, dove l'agevolazione guarda anche all'indietro perché interessa gli anni d'imposta 2015 e 2016, e 4,9 milioni per la Lombardia, per il solo 2016. Dopo la raccolta delle domande, il ministero farà il confronto fra gli importi richiesti e quelli disponibili, e concederà a ogni impresa un credito proporzionale alla domanda: se le imprese chiedono 100ei fondia disposizione sono 10, quindi, ognuno otterrà il 10% di quanto chiesto, per cui più le richieste sono pesanti più si abbassa la percentuale concessa. Anche così, però, la distanza fra le dimensioni medie delle imprese interessatee il tetto di legge rischia di essere tale da concedere un bonus comunque superiorea quello che il contribuente può utilizzare, con la conseguenza paradossale che i soldi tornano al bilancio statale: e nemmeno in Emilia Romagna, dove la "zona franca"è biennale, il credito inutilizzato il primo anno può essere trasportato sul secondo.

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