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Focus Piano Juncker – La gestione dei progetti e le priorità italiane

  • 01 Set, 2016
Pubblicato in: Fondi Europei e coesione
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Attraverso l’articolo 15 del regolamento (Ue) 2015/1017), la Commissione Europea ha costituito il Ppie, il portale dei progetti di investimento europei, una nuova frontiera del piano d'investimenti a firma Juncker.
Si tratta di un portale web destinato sia ai promotori di un progetto con sede nell'UE, sia agli investitori alla ricerca di opportunità di investimento.
L’obiettivo principale del portale è quello di assicurare visibilità ai progetti a beneficio degli investitori e a fornire informazioni. Per essere ammesso alla pubblicazione sul portale, il progetto deve avere un costo totale di almeno 10 milioni di euro, deve rientrare in uno dei settori prestabiliti ad elevato valore aggiunto sotto il profilo economico, deve essere attuabile entro tre anni dalla presentazione ed essere promosso da un’entità giuridica pubblica o privata stabilita in uno stato membro dell’Ue. Deve inoltre, logicamente, essere conforme alle vigenti leggi nazionali e dell’Unione applicabili in materia.

Il comitato per gli investimenti e le garanzie del FEIS

Il ruolo fondamentale di analizzare e selezionare in base al merito le proposte progettuali ammissibili al FEIS, approvare il sostegno alle operazioni, senza preassegnazioni tematiche o geografiche delle risorse, è stato assegnato al comitato per gli investimenti. L’organo è composto da otto valutatori indipendenti nominati dal comitato direttivo per tre anni, rinnovabili solo una volta. I membri del comitato degli investimenti, nell’esercizio delle loro funzioni, non chiedono né accettano istruzioni dalla Bei, dalle istituzioni europee, dagli stati membri, né da altri soggetti pubblici o privati.

Nello specifico, il processo di selezione dei progetti inizia con una valutazione da parte dello staff della Bei che viene fatta sulla base delle tradizionali linee guida seguite dalla banca, integrate con le indicazioni contenute nella proposta di regolamento. Le decisioni riguardo all’accesso dei singoli progetti alla garanzia Ue spettano invece al comitato per gli investimenti, che utilizza anche le informazioni elaborate dagli esperti della Bei.

I principali criteri di selezione utilizzati dal comitato sono, in base ai regolamenti sottostanti al fondo:

  • compatibilità con le politiche Ue;
  • viability dei progetti sotto il profilo tecnico ed economico;
  • addizionalità;
  • capacità di mobilitare capitale privato.

L’operato del Feis, in base al concetto di addizionalità, va ad agire innanzitutto sulle garanzie per interventi a rischiosità maggiore. Lo fa in tre modi, il primo ponendo delle proprie garanzie a compensazione del grado di rischio, rendendo così le operazioni finanziariamente sostenibili e concedendo dunque alla Bei di finanziare i progetti preservando le regole della propria policy. Inoltre sono previsti prestiti subordinati, una categoria di prestiti a elevato grado di rischio. Infine, vi è una quota di operazioni dedicate all’equity.

Attività e priorità per l’Italia

Il governo italiano, sulla scorta di quanto appena introdotto, all’alba dell’avvio del Piano Juncker ha presentato una propria proposta che prevedeva un investimento pari ad un importo complessivo di 76 miliardi.

La sintesi delle proposte italiane. Fonte: Ance

La sintesi delle proposte italiane. Fonte: Ance


Tra i programmi e progetti di maggiore importo proposti dal Governo italiano figurano in particolare il Piano di riduzione del rischio idrogeologico (7,7 miliardi di euro), la “nuova Sabatini” che agevola l’acquisto di beni strumenti da parte delle Pmi (7,5 miliardi di euro), il programma della Banda ultra larga (7,2 miliardi di euro), la Buona Scuola (6,8miliardi di cui 4 destinati alla riqualificazione e alla costruzione di edifici scolastici).
Per quanto riguarda le proposte relative ad infrastrutture di trasporto, i progetti riguardano prevalentemente grandi opere ferroviarie, autostradali, portuali e aeroportuali.

A poco più di un anno dall’attivazione del fondo europeo per gli investimenti strategici, e grazie anche all’apporto fondamentale degli istituti di promozione nazionale, in Europa ci sono 64 progetti pronti per essere finanziati in innovazione e infrastrutture con un capitale iniziale europeo di 9,3 miliardi, 185 accordi di finanziamento per piccole e medie imprese che hanno permesso 141.800 startup.
Complessivamente si conta di arrivare 100 miliardi di investimenti in tutta Europa, l’85% dei quali investitori privati.

Progetti approvati in Italia al 30 aprile 2016. Fonte: Commissione Europea

Progetti piano Juncker - Aprile 2016


Se il piano Juncker è considerato un successo, per l’Italia lo è ancora di più. 

I dati elaborati al 30 aprile 2016 parlano di 35 contributi finanziari del Feis tra cui 8 progetti infrastrutturali e 27 accordi per l’accesso al credito per le Pmi a beneficio di quasi 45mila imprese attraverso accordi di finanziamento tra il Feis e le banche, che erogheranno nuovi prestiti. L’investimento è di 353 milioni, dai quali ci si aspetta di generare 7,8 miliardi di investimenti.

I progetti infrastrutturali italiani approvati al 30 aprile 2016

Beneficiari Importi (milioni di €)
Gruppo dell’acciaio Arvedi 100
Gruppo Telecom Italia per la banda ultra larga 500
Trenitalia per motrici e carrozze 300
Gruppo Grimaldi per nuove navi 200
2i Rete Gas per contatori gas intelligenti 200
Raffineria di Milazzo per efficienza energetica 30
Altri 70
Totale 1400

di Rosy Cefalo
 
 

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