La Banca d'Italia dovrà tener conto, nel pieno rispetto della sua autonomia, dei principi di contenimento della spesa previsti nella legge di Stabilità: blocco del turn over , scatti e adeguamenti contrattuali, tempi di liquidazione del trattamento di fine servizio e soprattutto taglio ai compensi dei manager con l'applicazione del tetto di 302 mila euro. E' questo uno degli emendamenti alla manovra che dovrebbe portare la firma dei relatori: Antonio D'Alì (Nuovo centrodestra) e Giorgio Santini (Pd). L'indipendenza della Banca d'Italia è garantita dai trattati europei ed ha rango costituzionale. Per questo l'emendamento, che dovrebbe essere depositato stamani, si limita a sollecitare un adeguamento, senza imporlo formalmente. Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, così come l'intero direttorio, dovranno quindi decidere se ridursi o meno lo stipendio
Intanto si delineano i tempi dell'approvazione della manovra. Che sembrano allungarsi. La sollecitazione dei relatori a ridurre il monte del migliaio di emendamenti è incappata nel travaglio politico del centrodestra, con la nuova Forza Italia indisponibile a accelerare i tempi se il governo Letta non prenderà in considerazione alcune richieste come lo stop della tassazione sulla prima casa, la vendita degli stabilimenti balneari, l'aumento del tetto per l'uso del contante.
Lo ha fatto presente ieri il capogruppo Renato Brunetta, denunciando la mancanza dell'esecutivo all'incontro organizzato ieri pomeriggio al Senato. «L'assenza del governo rende impossibile il dialogo necessario per giungere ad una delimitazione del numero degli emendamenti - ha detto -. Con questo atteggiamento il governo si assume una grave responsabilità e rischia di far allungare i tempi dell'approvazione del provvedimento».
«Il nuovo termine per ridurre il numero degli emendamenti è fissato a domani alle 9 (stamani per chi legge, ndr )» ha chiarito Santini, nel frattempo i relatori lavoreranno con il governo a un testo che li sintetizzi. La speranza è che si cominci a votare alle 10 per proseguire a oltranza. Il termine per l'approvazione è martedì, quando il governo potrebbe porre la fiducia sul testo della commissione. Forza Italia permettendo.
Ieri sera governo e relatori hanno lavorato fino a tardi sui temi caldi: il taglio del cuneo fiscale, che dovrebbe riguardare non solo i lavoratori (con una riduzione a 28 mila del tetto di reddito per aver diritto alle detrazioni) ma anche le imprese; la tassazione della casa, che dovrebbe prevedere, su ispirazione del modello proposto dal relatore D'Alì, almeno una bolletta unica per il contribuente, bipartita in parte patrimoniale e parte servizi con il ritorno al sistema delle detrazioni, decise dai Comuni, per l'abitazione principale nella parte dei servizi, estesa forse agli inquilini. Quella della bolletta inviata dal Comune per semplificare il sistema rispetto all'Imu«è un'idea sulla quale stiamo lavorando», conferma il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta.
In arrivo anche un nuovo capitolo sul dissesto idrogeologico, dopo l'alluvione che ha causato morte e ingenti danni in Sardegna. Tra le altre proposte di modifica del governo, quello sulla piattaforma di garanzia dei crediti delle Pmi con la concessione della garanzia da parte del Tesoro sulle esposizioni assunte dalla Cassa depositi e prestiti attraverso il risparmio postale. Il viceministro dell'Economia, Stefano Fassina, è sicuro si possa procedere. Il progetto prevede anche che la Cdp possa acquistare crediti erogati a piccole medie imprese riducendo il peso delle sofferenze sui bilanci bancari.
Intanto domani dovrebbe arrivare in consiglio dei ministri il decreto che abolisce il pagamento della seconda rata Imu. L'orientamento del Tesoro sarebbe quello di mantenere l'imposta sul comparto agricolo così il costo della misura scenderebbe da 2,4 a 2 miliardi. La copertura dovrebbe arrivare dall'aumento, oltre il 110%, degli acconti Ires e Irap di fine novembre per banche e assicurazioni. Si vedrà come sarà sciolto il nodo sul gettito che il governo deve restituire ai Comuni.
Domani approderà in consiglio anche il «pacchetto sviluppo», collegato alla legge di Stabilità, il cui esame era stato avviato nella scorsa riunione. Tra le misure più attese e controverse, il taglio delle bollette elettriche promesso dal ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato.