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Tari, rinvio in vista nei Comuni ancora senza la delibera- Sole 24ore

  • 31 Ott, 2014
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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Non c'è pace per la Iuc, l'imposta «unica» comunale introdotta dalla legge di stabilità del Governo Letta ora alla vigilia dell'ennesima riforma con la nuova manovra.

Tramontata la proroga (che era stata preparata ma non è mai stata approvata dal Consiglio dei ministri) chiesta dai Comuni ritardatari nell'invio delle delibere Tasi, a preoccupare oggi un migliaio di sindaci è la componente sui rifiuti, cioè la Tari: e su questo versante la riapertura delle porte è in arrivo.
A confermarlo è il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, che rispondendo ieri in commissione Finanze alla Camera a un'interrogazione di Sandra Savino (Fi) ha spiegato che una norma in arrivo consentirà la riscossione anche a chi non ha definito in tempo aliquote e parametri. La riapertura dei termini arriva a tempo abbondantemente scaduto, dal momento che anche la Tari (come l'Imu) andava approvata entro il 30 settembre scorso, ultimo giorno utile anche per il varo dei bilanci preventivi locali. A giudicare dal censimento delle delibere prodotto dal dipartimento Finanze (ma per la Tari questa pubblicazione non è obbligatoria), circa mille Comuni non hanno varato i nuovi parametri, e di conseguenza rischiano di vedersi bloccata ogni possibilità di riscossione.
A differenza dell'Imu, che in caso di mancata delibera continua a funzionare con le aliquote decise l'anno prima, e della Tasi, che senza decisioni locali fa scattare l'aliquota standard dell'1 per mille senza detrazioni, per la Tari non esiste alcuna soluzione-paracadute. È vero che, grazie ai tanti elementi di flessibilità introdotti via via nelle regole, la Tari può assomigliare moltissimo alla Tares (il tributo del 2013) alla Tia (la tariffa d'igiene ambientale) nelle sue varie versioni, ma il problema riguarda prima di tutto i molti Comuni che con le deroghe degli anni scorsi sono rimasti fedeli alla vecchia Tarsu. Oggi quella tassa rifiuti non ha più base normativa, e di conseguenza le amministrazioni locali che non hanno approvato le nuove regole rischiano di non aver alcuno strumento per far pagare ai propri cittadini il costo del servizio. Dal momento che però il servizio di igiene ambientale non può essere bloccato, il Governo ha deciso di venire in aiuto a questi enti che senza una riapertura dei termini sarebbero costretti a raccogliere i rifiuti "gratis", senza corrispettivo dagli utenti, creando voragini nei bilanci. Lo strumento, che dovrebbe trovare spazio in un decreto legge probabilmente da far confluire nella legge di stabilità, potrebbe passare da una "resurrezione" momentanea del tributo applicato nel 2013.

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