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Densità abitativa - Scheda n.20

  • 29 Ott, 2014
Pubblicato in: Numeri e Territori
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La densità abitativa media nei comuni italiani, intesa come rapporto tra popolazione residente e superficie territoriale, è passata da 189 abitanti per kmq del 2002 a 202 abitanti del 2012, facendo registrare uno scarto di +13 abitanti per kmq.

Nel decennio considerato le realtà amministrative in cui si rileva l'incremento maggiore si trovano in Lombardia, dove tale indicatore passa da 378,6 a 418,8 con uno scarto di oltre +40 ab./kmq, e nel Lazio dove i 297 ab./kmq sono aumentati di oltre 38 unità. Anche nei comuni veneti, dove la densità territoriale è superiore alla media del Paese sia a inizio che a fine periodo, si registra uno scarto elevato di +23,2 abitanti per kmq.

E' in Campania, invece, che si registra, in valori assoluti, il dato più elevato per entrambe le annualità (rispettivamente, 419,5 ab./kmq e 429,3 ab./kmq), ma in questo caso lo scarto di periodo è inferiore alla media nazionale: la popolazione, infatti, aumenta di sole 9,8 unità. Al contrario, nei territori comunali dell'Emilia Romagna, dove l'incremento è comunque superiore a 20 unità, la densità abitativa presenta, sia nel 2002 che nel 2012, valori inferiori a quello rilevato a livello nazionale.

Nel Mezzogiorno, in generale, si trovano, invece, le realtà amministrative in cui la densità abitativa è aumentata in misura più contenuta o, in alcuni casi, non ha presentato variazioni, così come accade in Calabria dove si registrano 133,3 abitanti ogni chilometro quadrato sia nel 2002 che nel 2012. Ma la situazione più preoccupante è quella dei comuni molisani e lucani, dove si registra nel periodo addirittura una contrazione del dato con uno scarto negativo, rispettivamente di -0,3 ab./kmq e -1,1 ab./kmq.
Nel decennio 2002–2012 la densità territoriale cresce in modo proporzionale all'aumentare della classe di ampiezza demografica del comune, così come pure lo scarto tra inizio e fine periodo. Nei comuni fino a 10mila abitanti la densità registrata, in entrambe le annualità, è inferiore alla media nazionale. Nei piccolissimi comuni (fino a 2mila abitanti), nel decennio, la densità territoriale si è mantenuta pressoché stabile, con uno scarto di appena +0,3 unità ogni chilometro quadrato. Per quanto riguarda invece le altre classi di ampiezza, si rileva un incremento del dato.
Nei comuni con oltre 5mila residenti lo scarto registrato tra inizio e fine periodo è superiore a quello medio nazionale. Nelle realtà locali con meno di 60mila abitanti l'incremento è inferiore a 30 unità. Sale a +32 cittadini ogni chilometro quadrato nei comuni con popolazione compresa tra 60mila e 250mila abitanti per raggiungere lo scarto più elevato nei grandi centri urbani: in tali realtà, tra il 2002 e il 2012 ,ogni chilometro quadrato registra un aumento della popolazione di 93 unità.

Osservando i dati relativi ai comuni appartenenti alle ultime due taglie demografiche, quelli tra 60mila e 250mila e oltre 250mila abitanti, è importante sottolineare il grande divario in termini di densità di popolazione: nel 2012 sono rispettivamente pari a 585,3 ab./kmq e 2.770,5 ab./kmq, con una differenza di +2.185 ab./kmq. Le città medio–grandi, infatti, distribuiscono, in proporzione, i residenti su un'area geograficamente più vasta rispetto a quelli con oltre 250mila abitanti, il cui territorio, pertanto, risulta più densamente popolato.
Da un punto di vista geografico tassi di densità territoriale superiori alla media nazionale si registrano al nord nei comuni localizzati in Lombardia, nel Veneto e in Emilia-Romagna. Anche lungo la costa adriatica centro settentrionale e scendendo in Toscana tra i comuni di Firenze, Pisa e Livorno e nel Lazio, in particolare nell'area circostante Roma, la densità territoriale raggiunge valori elevati.
In Italia meridionale indici superiori a quello medio del Paese si registrano nei comuni campani del napoletano e in Puglia, in particolare nel barese, nel tarantino e nell'area salentina. All'opposto nei comuni localizzati lungo l'arco alpino, in Liguria, lungo l'appennino centro-meridionale, nelle zone interne della Sicilia e della Sardegna (con le uniche eccezioni del cagliaritano e dell'area compresa tra Alghero e Porto Torres) la densità territoriale presenta valori inferiori alla media nazionale.

 

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