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Pareggio di bilancio alleggerito-Italia oggi

  • 13 Lug, 2016
Pubblicato in: Contabilità e Bilancio
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unico obiettivo costituito dall'equilibrio fra entrate e spese finali in termini di sola competenza, senza vincoli sulla cassa. Inclusione del fondo pluriennale vincolato nel saldo, a regime dal 2020, ma con copertura garantita anche per il prossimo triennio.

Sul piatto ci sono 600 milioni l'anno per un totale di circa 2 miliardi. Possibilità di compensazioni sul debito anche a livello nazionale, oltre che regionale. Sono queste le principali novità del disegno di legge per l'alleggerimento del pareggio di bilancio che il senato voterà oggi. L'aula di Palazzo Madama è chiamata a raggiungere la maggioranza assoluta (161 voti a favore) visto che il provvedimento punta a modifi care una legge (la n.243/2012) approvata con procedura rafforzata. Il testo dovrà poi passare alla camera per il via libera defi nitivo. Come si ricorderà, la legge 243 fu approvata ai tempi del governo Monti per «fare i compiti a casa» che l'Unione europea aveva imposto nel nome del rigore fi nanziario. Fra le richieste di Bruxelles, vi era anche quella di rafforzare i principi di sostenibilità dei bilanci pubblici, introducendoli nella Costituzione. A tal fi ne, venne varata la legge costituzionale n.1/2012, di cui la legge 243 detta le disposizioni attuative. Ben presto, però, il complesso di vincoli imposti da questa disciplina si è rivelata una gabbia in grado di soffocare i timidi segnali di ripresa che si sono registrati in questi mesi. Basti pensare che agli enti territoriali viene imposto il rispetto di ben otto saldi di bilancio fra preventivo e rendiconto, vincolando sia la competenza (e quindi le nuove spese) che la cassa (ossia i pagamenti per gli impegni già assunti). Inoltre, viene fortemente disincentivato il ricorso all'indebitamento per finanziare gli investimenti, obbligando ad attivarlo solo nell'ambito di intese a livello regionale. In teoria, la legge 243 avrebbe dovuto entrare in vigore da quest'anno, ma con una lettura un po' forzata la si è rinviata al 1° gennaio 2017. Da tale data, però, senza modifi che, essa spiegherà appieno i suoi effetti recessivi. In questo si inserisce il ddl che va oggi all'approvazione del senato. Il testo punta ad alleggerire tale complesso di «lacci e lacciuoli» prima ancora che diventino pienamente vincolanti, dando copertura piena all'ultima legge di stabilità, che ha cancellato il Patto di stabilità interno sostituendolo con un meccanismo di pareggio di bilancio ispirato alla fi losofia della legge 243 ma decisamente più light (in quanto imperniato solo sulla competenza e non sulla cassa). Acquisito questo passaggio, l'attenzione dei senatori si è concentrata sulla questione del fondo pluriennale vincolato, ossia della copertura degli investimenti già fi nanziati che richiedono più anni per essere portati a compimento. Attualmente, il Fpv vale ai fi ni del pareggio solo per il 2016, complicando la vita a tutte le amministrazioni che hanno programmato interventi più a lungo termine. Il ddl licenziato dal governo lo inglobava nel saldo anche per gli anni 2017 e seguenti (tra l'altro senza distinguere a seconda che derivi o meno da debito, come invece dispone la l 208/2015). Ma nei soli limiti da defi nire con legge dello stato, compatibilmente con gli obiettivi di fi nanza pubblica. Un emendamento presentato dalla relatrice, Magda Zanoni (Pd), ha invece previsto che il fpv sarà rilevante, anche se fi no al 2019 entro limiti che saranno definiti (almeno su base triennale) in base all'andamento dei conti pubblici. Tuttavia, come anticipato da ItaliaOggi del 30/6/2016, un accordo fra governo ed enti territoriali garantisce anche per i prossimi tre anni una copertura annuale al Fpv almeno pari a quella del 2016: si tratta di 660 milioni, per un totale di circa 2 miliardi di risorse mobilitate. Importante anche l'ulteriore correttivo che affi anca al meccanismo di solidarietà su base regionale per consentire il ricorso al debito per gli investimenti un analogo meccanismo di livello nazionale.

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