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Città metropolitane, il tetto di spesa esclude l'effetto spending-Sole 24ore

  • 28 Lug, 2016
Pubblicato in: Contabilità e Bilancio
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Arriva con una nota della Ragioneria generale dello Stato, la regola che permette di chiuderei bilanci anche alle Città metropolitane fuori regola con il Patto 2015 (cioè tutte tranne Bolognae Reggio Calabria).

Il ministero, rispondendo alla richiesta avanzata dall' Anci nei giorni scorsi, ritocca le regole di calcolo della sanzione sulla spesa corrente, che non consente di impegnare quest'anno più della media registrata nel 2013­2015, escludendo dai contii versamenti che le Città girano allo Stato per le spending review degli ultimi anni. Il problema risolto con la nota della Ragioneria generaleè quello segnalato sul Sole 24 Ore dell'altroieri: nelle Città metropolitanee nelle Province l'effetto cumulato dei tagli chiesti dalle manovre, e soprattutto dalla legge 190/2014 con la stretta miliardaria dopo la riforma Delrio, ha finito per chiedere alle amministrazioni locali di girare allo Stato una quota crescente delle loro risorse,a partire da quelle prodotte da Ipt e addizionale sull'Rc Auto. Questi contributi alla finanza pubblica entrano nella spesa corrente, e spesso rendono inevitabile il superamento della spesa media 2013­2015. La Ragioneria, allora, permette agli enti di misurare il livello di spesa permesso senza conteggiarei tagli chiesti dalla spending review di Monti (Dl 95/2012), dal decreto sul bonus Irpef (Dl 66/2014)e dalla manovra 2015 (si tratta appunto della legge 190/2014). Queste somme vanno ignorate sia dalla base di calcolo, vale a dire dalla media triennale 2013­2015, sia dalle uscite 2016, ma dal momento che le richieste agli enti sono cresciute negli anni la doppia esclusione facilita un po' il compito di chi deve chiudere i bilanci entro il 31 luglio. L'apertura ministeriale è spiegata dalla stessa nota della Ragioneria con il «profilo sostanziale» della sanzione, che serve «a limitare la spesa corrente, a parità di funzioni, non correlataa obblighi di versamento al bilancio statale», anche perché questi ultimi non sono nella disponibilità degli enti. Sulla base di questo principio, Via XX Settembre permette anche di togliere dai calcoli anche «gli impegni connessi a spese per funzioni non omogeneamente esercitate nel 2016 e negli anni 2013­2015»:è il panorama attuale delle funzioni, in pratica, a fissarei confini dei calcoli. Nella nota la Ragioneria parla solo delle Città metropolitane, ma il focus si spiega con il fatto che il documento nasce in risposta alla sollecitazione arrivata dall'Anci, concentrata appunto su questi enti.I concetti elaborati dal ministero sembrano però adattarsi anche alla situazione delle Province, alle prese con lo stesso problema. Restano invece in piedii nodi sul salario accessorio e sul destino dei dipendenti precari, temi che però possono essere affrontati solo con legge. Intanto per i piccoli Comuni e la montagna va registrato l'avanzamento dei lavori sul disegno di legge Borghi­Realacci per il sostegno ai servizi di prossimità e alle infrastrutture digitali lontano dalle città. Il testo ha finito l'esame in commissione alla Camera edè pronto per l'Aula dove approderàa settembre.

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