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Pareggio di bilancio più leggero nei comuni-Italia oggi

  • 30 Ago, 2016
Pubblicato in: Contabilità e Bilancio
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il pareggio di bilancio imposto a regioni ed enti locali sarà «meno stupido». A semplifi care i vincoli fi nanziari che sindaci, presidenti di provincia e governatori devono rispettare, mandando defi nitivamente in soffi tta il vecchio patto di Stabilità, è la legge 164/2012, pubblicata sulla Gazzetta Uffi ciale n. 201 di ieri.

Il provvedimento modifi ca la legge 243/2012 e prevede un unico obiettivo costituito dall'equilibrio fra entrate e spese fi nali in termini di sola competenza, l'inclusione del fondo pluriennale vincolato nel saldo e l'introduzione di un doppio mercato, a livello regionale e nazionale, per il fi nanziamento delle spese in conto capitale mediante debito e avanzo di amministrazione. Inoltre, arrivano sanzioni più intelligenti per chi sfora. La legge 243 fu approvata ai tempi del Governo Monti per «fare i compiti a casa» che l'Unione europea aveva imposto nel nome del rigore fi nanziario. Fra le richieste di Bruxelles, vi era anche quella di rafforzare i principi di sostenibilità dei bilanci pubblici, introducendoli nella Costituzione. A tal fi ne, venne varata la legge cost. 1/2012, di cui la 243 detta le disposizioni attuative. Ben presto, però, il complesso di vincoli imposti da questa disciplina si è rivelata una gabbia in grado di soffocare i timidi segnali di ripresa che si sono registrati in questi mesi. Basti pensare che agli enti territoriali veniva imposto il rispetto di ben quattro saldi di bilancio a preventivo e altrettanti a rendiconto, vincolando sia la competenza (e quindi le nuove spese) che la cassa (ossia i pagamenti per gli impegni già assunti). In teoria, la 243 avrebbe dovuto entrare in vigore da quest'anno, ma con una lettura un po' forzata la si è rinviata al 1° gennaio 2017. Da tale data, però, senza modifi che, essa avrebbe spiegato appieno i suoi effetti recessivi. Questa eventualità è stata scongiurata dalla legge pubblicata ieri, che alleggerisce tale complesso di «lacci e lacciuoli» prima ancora che diventino pienamente vincolanti, dando copertura piena all'ultima legge di Stabilità (legge 208/2015), che ha cancellato il patto di Stabilità interno sostituendolo con un meccanismo di pareggio di bilancio ispirato alla fi losofia della 243 ma decisamente più light (in quanto imperniato solo sulla competenza e non sulla cassa). Anche nei prossimi anni, quindi, gli enti territoriali avranno come unico obiettivo quello di garantire il pareggio fra quanto accertato in entrata (al netto del debito e dell'applicazione dell'avanzo di amministrazione) e quanto impegnato per spese correnti ed in conto capitale. La legge affronta anche la questione del fondo pluriennale vincolato, ossia della copertura degli investimenti già fi nanziati che richiedono più anni per essere portati a compimento. Attualmente, il fpv vale ai fi ni del pareggio solo per il 2016, complicando la vita a tutte le amministrazioni che hanno programmato interventi più a lungo termine. Il testo pubblicato ieri, invece, lo ingloba nel saldo, in modo stabile a partire dal 2020, anche se limitatamente alla quota finanziata da entrate fi nali (quindi al netto del debito e dell'avanzo), mentre per il prossimo triennio sarà la legge di bilancio a definire la sua rilevanza compatibilmente con lo stato dei conti pubblici. Tuttavia, come anticipato da ItaliaOggi del 30/6/2016, un accordo fra governo ed enti territoriali garantisce anche per i prossimi tre anni una copertura annuale al fpv almeno pari a quella del 2016: si tratta di 660 milioni, per un totale di circa 2 miliardi. Importante anche l'ulteriore correttivo che affi anca al meccanismo di solidarietà su base regionale per consentire il ricorso al debito e (altra novità) l'applicazione dell'avanzo di amministrazione per gli investimenti, un analogo meccanismo di livello nazionale. Infi ne, vengono alleggerite le sanzioni, che dovranno essere proporzionate alle violazioni e utilizzate per fi nanziare gli incentivi agli enti virtuosi. Ovviamente, non mancano i punti critici, che però dovranno essere risolti in sede attuativa: la 243, infatti, è una legge rinforzata ed una sua ulteriore modifi ca richiederebbe nuovamente la maggioranza assoluta sia alla Camera che al Senato.

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