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Le città medie in Italia - Scheda n.26

  • 29 Ott, 2014
Pubblicato in: Numeri e Territori
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Le città medie, oltre a svolgere un importante ruolo di "decompressione" delle diseconomie agglomerative, ovvero delle criticità che spesso affliggono le città di più grandi dimensioni, riescono a rivestire un ruolo funzionale e strategico nell'ambito delle politiche di sviluppo nazionali ed europee. Il ruolo di tali enti è confermato anche da due recenti documenti prodotti nell'ambito del dibattito per il prossimo ciclo di programmazione comunitaria.


Secondo il documento d'indirizzo "Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014-2020 ", che individua l'opzione strategica "città", la programmazione dei fondi deve «considerare le città come "città funzionali"; distinguere tra grandi città/aree metropolitane, città medie e sistemi di piccoli comuni; puntare sulla "rete delle grandi città metropolitane" per rafforzare la competitività dell'Europa; rafforzare la cooperazione e co-decisione tra diversi livelli di governo».
Anche il Comitato Interministeriale per le Politiche Urbane (CIPU) nel documento "Metodi e contenuti sulle priorità in tema di Agenda Urbana " sottolinea l'opportunità di «considerare l'ipotesi di un Programma nazionale per le città metropolitane per il periodo 2014-2020 e che lungo i medesimi obiettivi si costruisca all'interno di Programmi a titolarità delle Regioni, uno spazio per le città medie titolari di importanti funzioni urbane».
Una conoscenza più approfondita delle peculiarità delle città medie, nonché dei loro punti di forza e di debolezza, può facilitare e supportare il loro coinvolgimento nelle agende urbane a livello italiano ed internazionale.
Secondo un recente studio del Centro Documentazione e Studi Comuni Italiani Anci-Ifel le città medie in Italia sono 105 , l'1,3% delle 8.092 amministrazioni comunali italiane esistenti al 1° gennaio 2013.
In esse vivono 9.312.740 cittadini, il 15,6% della popolazione nazionale. Da un punto di vista esclusivamente demografico il peso maggiore delle città medie sul resto dei comuni delle singole regioni si registra in Umbria, dove in media circa 1 cittadino su 3 vive in una città media (37,1%). Percentuali superiori al 28% si rilevano tra i comuni del Friuli-Venezia Giulia e dell'Emilia-Romagna, e quote maggiori del 27% tra le amministrazioni comunali toscane e valdostane. Al contrario nel Lazio, nonostante si contino 7 città medie nella regione, si evidenzia la percentuale di popolazione residente in tali città più contenuta a livello Paese: si tratta di un dato sottostimato per via dell'elevata popolosità di Roma che quasi annulla il peso percentuale delle città medie della regione.
Dato il ruolo attivo che le città medie saranno chiamate a svolgere nel prossimo ciclo di programmazione, appare utile descrivere quanto fatto finora da tali amministrazioni nel ciclo 2007-2013 di prossima chiusura. Con riferimento ai progetti ascrivibili ai Programmi Operativi Regionali del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale si contano 514 interventi attuati da 73 città medie: si tratta di un tasso di coinvolgimento di tali città del 69,5%, un dato più che doppio rispetto alla percentuale di comuni italiani attuatori di operazioni POR FESR 2007-2013 (32,2%). Da un punto di vista finanziario i progetti attuati dalle città medie presentano un valore di costi ammessi pari a 646.916.172 euro al quale corrisponde un ammontare di pagamenti rendicontabili di oltre 186 milioni di euro. Rapportando i pagamenti rispetto ai costi si registra uno stato di avanzamento rendicontabile del 28,8%, un dato inferiore rispetto alla media Paese che si attesta al 36,5%.

 

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