Ultimo aggiornamento 18.04.2024 - 9:01

Un fondo pronta cassa da ripartire entro il 15 maggio - Italia oggi del 16 aprile 2013

  • 16 Apr, 2013
Pubblicato in: Pagamenti
Letto: 1152 volte

Un fondo «pronta cassa» da 500 milioni di euro, che verrà ripartito entro il 15 maggio. Obbligo di definire, entro il 15 giugno, un piano di rientro per individuare ulteriori risorse. Partono così le procedure previste dal decreto sblocca crediti per consentire ai ministeri di pagare i propri fornitori. A scandire i singoli passaggi è una dettagliata circolare della Ragioneria generale dello stato (la n. 18/2013, diffusa ieri). Mentre arrivano novità anche sul fronte degli enti locali, con la sottoscrizione dell'addendum alla convenzione fra il Mef e la Cassa Depositi e Prestiti e l'approvazione del contratto tipo per la concessione delle anticipazioni di cassa a comuni e province. Ministeri.

Per le amministrazioni centrali dello stato, l'art. 5 del dl 35/2013 prevede innanzitutto uno stanziamento da 500 milioni per far fronte al pagamento di debiti relativi a somministrazioni, forniture, appalti e prestazioni professionali maturati alla data del 31 dicembre 2012. A differenza degli anni precedenti, tali risorse potranno essere utilizzate per il pagamento di spese sia correnti che in conto capitale. Ciascun ministero, entro il termine perentorio del 30 aprile, dovrà presentare alla Rgs la richiesta di assegnazione della propria quota, redatta secondo le modalità specificate nella suddetta circolare e corredata da un duplice elenco (dettagliato e sintetico) dei debiti da onorare. Il fondo verrà ripartito con decreto del Mef, dando priorità ai pagamenti per spese diverse dai fitti passivi. In caso di insufficienza delle risorse stanziate rispetto ai debiti accertati dai ministeri interessati, si provvederà alla ripartizione proporzionale, sulla base delle richieste pervenute. Il riparto sarà definito entro il 15 maggio, data dalla quale potranno, quindi, scattare i primi pagamenti a favore delle imprese, che saranno attentamente monitorati con cadenza trimestrale. Per i creditori che resteranno ancora a bocca asciutta l'attenzione si sposterà poi sui piani di rientro che ogni singola amministrazione dovrà definire entro il 15 giugno per individuare (attraverso misure di razionalizzazione e rimodulazione delle spese) le risorse necessarie a far fronte ai debiti residui. I piani, precisa la circolare, potranno anche prevedere «l'opportuna ridotazione a carattere pluriennale di quei capitoli di spesa che hanno presentato nel tempo l'insorgenza di debiti pregressi». Il che potrebbe aprire a qualche possibile spiraglio sul reperimento di nuove risorse a favore dei creditori insoddisfatti, al di là dei risparmi che ogni singolo ministero riuscirà a conseguire. I ritardatari nella redazione del piano dovranno spiegare a Parlamento e Corte dei conti la ragioni dell'inadempienza, ma non potranno comunque superare la dead line del 15 luglio. Enti locali. Su questo fronte, ieri il Mef ha annunciato, con una nota ufficiale, la sottoscrizione dell'addendum alla convenzione in essere con la Cassa Depositi e Prestiti necessario per far partire i prestiti trentennali a favore delle province e dei comuni a corto di liquidità. Sempre ieri, è stato anche approvato il contratto tipo per la concessione delle relative anticipazioni ai singoli enti. Sul piatto ci sono risorse complessive per 4 miliardi, di cui 2 quest'anno e altrettanti il prossimo. Anche in tal caso (come per le amministrazioni centrali), il termine per le richieste da parte degli enti debitori è fissato al 30 aprile e consentirà di concorrere al riparto del 90% della disponibilità complessiva. Sono assai diffuse, tuttavia, le perplessità sull'effettiva opportunità di utilizzare tale strumento, anche a causa della contestualità fra la richiesta di anticipazione e quella relativa allo sblocco del Patto, con conseguenti difficoltà a stimare l'effettivo fabbisogno aggiuntivo di cassa. Non si tratta, peraltro, dell'unico dubbio sulla corretta applicazione del dl 35. Per i comuni un utile ausilio è fornito dall'Ifel, che ha attivato un numero verde (0668816300) attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 17.

Progetti

Podcast - Gazzetta IFEL


Webinar
e-Learning

In presenza

Seminari