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Pagamenti Pa, in arrivo altri 6 miliardi- Sole 24ore

  • 10 Lug, 2014
Pubblicato in: Pagamenti
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L'operazione pagamenti Pa sta per conquistare un nuovo tassello. È arrivato al parere della Conferenza unificata il decreto attuativo del ministero dell'Economia che ripartisce 6 miliardi tra Regioni ed enti locali per pagare i fornitori

Si tratta della tranche più consistente del totale di quasi 8,8 miliardi di anticipazioni di liquidità previste dal decreto Irpef di Renzi (Dl 66/2014): il primo pacchetto, 2 miliardi destinati alle società partecipate dagli enti locali, è in fase più avanzata ed è già all'esame della Corte dei conti (si veda Il Sole 24 Ore del 6 luglio).
Il piano dei pagamenti si compone di un mix di decreti attuativi, solo in parte sbloccati in tutti i loro passaggi. La difficoltà di accelerare sull'attuazione delle leggi, non solo sui pagamenti, ma su un'ampia gamma di temi, sarà esaminata oggi al Consiglio dei ministri.
Oltre agli argomenti all'ordine del giorno, tra cui il ddl delega per la riforma del Terzo settore, nel corso della riunione il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha annunciato che verrà affrontato il nodo dei tempi di attuazione delle riforme. Un tema che nelle prime bozze del Dl di riforma della Pa veniva aggredito con l'inserimento di misure per far scattare il "silenzio assenso" dopo 60 giorni in caso di decreti attuativi che prevedono il concerto tra più ministeri e l'avocazione a palazzo Chigi delle misure attuative in caso di inadempienza dei ministeri. Norme poi saltate nonostante il cumularsi di provvedimenti inevasi: in due mesi - rispetto all'ultimo Rating 24 (si veda il Sole 24 Ore del 2 luglio e del 22 aprile) - s'è passati da 500 a 511 provvedimenti ancora da mettere a punto. È una conseguenza del varo dei primi decreti del nuovo esecutivo. Sono, infatti, arrivati al traguardo tre provvedimenti urgenti, che prevedono ben 84 regolamenti per dispiegare pienamente gli effetti. Provvedimenti che si sommano a quelli lasciati in eredità dagli Esecutivi Monti e Letta.
Per tornare alla nuova tranche che incrementa il Fondo previsto dal decreto 35 del 2013 per i pagamenti Pa, i 6 miliardi vengono ripartiti in questo modo: 3 miliardi agli enti locali; 2,2 miliardi a Regioni e Province autonome, finalizzati all'estinzione di debiti diversi da quelli finanziari e sanitari; 8oo milioni per pagamenti degli enti del Servizio sanitario nazionale. Il decreto del Mef prevede comunque che, fermo restando l'incremento complessivo per il 2014 del Fondo, la ripartizione potrà essere modificata, sulla base delle richieste di accesso alle tre sezioni avanzate dagli enti territoriali interessati (in questo caso occorrerà un ulteriore decreto attuativo).
Va ricordato che queste anticipazioni, così come i 2 miliardi destinati alle partecipate degli enti locali, serviranno a pagare debiti certi, liquidi ed esigibili maturati al 31 dicembre 2013, ovvero debiti per i quali sia stata emessa fattura o richiesta equivalente di pagamento entro il predetto termine, oppure anche debiti fuori bilancio che presentavano i requisiti per il riconoscimento alla fine dello scorso anno.
Per quanto riguarda i 2,2 miliardi destinati alle Regioni per debiti non sanitari, bisogna sottolineare poi che la somma sarà concessa proporzionalmente, sulla base delle richieste da trasmettere al Mef entro il 15 settembre 2014, ma al netto di 100 milioni che la legge di stabilità 2014 concede alla società Eur spa (quest'ultima, per usufruirne, deve presentare istanza entro il prossimo 15 luglio). La Conferenza Stato-Regioni può individuare modalità di riparto differenti entro il 20 settembre, altrimenti scatta la ripartizione proporzionale che un decreto del Mef dovrà fissare entro il 30 settembre.
Restano in campo le disposizioni del decreto 35 del 2013 che subordinano le erogazioni di liquidità alle Regioni a una serie di adempimenti, a partire dalla predisposizione di un preciso piano di rimborso delle anticipazioni e dalla sottoscrizione di un apposito contratto tra il ministero e la Regione interessata nel quale sono definite le modalità di erogazione e di restituzione delle somme, comprensive di interessi in un periodo non superiore a 30 anni.

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