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Debiti Pa, intesa per accelerare i rimborsi-Sole 24ore

  • 18 Lug, 2014
Pubblicato in: Pagamenti
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Un protocollo d'intesa tra il ministero dell'Economia e tutte le parti interessate, più la convenzione tra Abi e Cassa depositi e prestiti sulla cessione dei crediti alle banche.

A stretto giro, già a partire da lunedì, dovrebbero concretizzarsi due nuovi passaggi per accelerare il piano di pagamenti della pubblica amministrazione.
Lunedì mancheranno esattamente due mesi dalla fatidica data del 21 settembre, giorno di San Matteo, indicato dal premier Matteo Renzi come termine per completare lo smaltimento di tutti i debiti della Pa. I tempi sono stretti e anche per questo l'esecutivo vorrebbe accelerare. Di qui l'idea di impegnare tutte le parti in causa, soprattutto le Pa locali debitrici, a cambiare marcia. Mercoledì c'è stata una riunione al ministero dell'Economia tra Abi, Cdp, Anci, Regioni, Confindustria, Rete Imprese, Ance, commercialisti, da cui è scaturita l'idea del protocollo da firmare lunedì.
Per arrivare ai 60 miliardi di rimborsi fissati come target dal governo c'è ancora parecchia strada da completare: secondo i dati diffusi mercoledì dal Ragioniere dello Stato, Daniele Franco, a fine giugno sono stati pagati 26 miliardi, ai quali a breve dovrebbero aggiungersene altri 4 (già erogati dal Mef agli enti debitori). La macchina attuativa sta marciando (è stato appena firmato il decreto sulla certificazione dei pagamenti effettuati dalle Pa con le risorse trasferite dalle Regioni) eppure non mancano dei punti deboli nel meccanismo. Ad esempio, per le regioni con piani di rientro da deficit sanitari resta preclusa la possibilità di rilasciare certificazione e dunque di accedere al piano di cessione dei crediti alle banche e a Cdp. Nel complesso comunque, riflettono alcune persone impegnate sul dossier, le principali criticità di tipo burocratico sarebbero state superate: firmati gli atti di riparto relativi ai 20 miliardi stanziati dai precedenti governi per il 2014, sollecitate le Regioni più recalcitranti (vedi la Sicilia) a utilizzare le risorse disponibili.
Più complesso, ma anch'esso sul tavolo, il discorso relativo alle spese in conto capitale, quindi agli investimenti. L'«ulteriore rafforzamento del rimborso dei debiti» del quale ha parlato ieri il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan potrebbe ruotare anche intorno a questo tipo di debiti, finora lasciati ai margini dei vari provvedimenti varati per evitare impatti sul deficit. È noto che, su questo argomento e sulle relative cifre, non c'è totale identità di vedute tanto che i debiti in conto capitale non ancora pagati sarebbero nell'ordine degli 11 miliardi secondo l'Ance (associazione dei costruttori) e all'incirca 5 miliardi secondo il ministero dell'Economia. Ma, numeri a parte, a via XX Settembre stanno valutando proprio in queste ore se ci sono margini per accogliere le richieste dei costruttori e sbloccare almeno una parte di queste spese incagliate, inserendo magari già nel protocollo un riferimento a 500 milioni-1 miliardo di nuovi spazi in deroga al Patto di stabilità.
Nel contempo, anche in questo caso nel giro di pochi giorni, dovrebbe tagliare il traguardo la convenzione tra le banche e la Cassa depositi e prestiti che regolerà la cessione di crediti certificati da parte delle imprese, con garanzia dello Stato. Questo meccanismo è stato introdotto con il decreto competitività e, dopo la recente pubblicazione del relativo decreto attuativo (sulla Gazzetta Ufficiale 162 del 15 luglio), potrà decollare definitivamente proprio con la convenzione Abi-Cdp.

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