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Il personale con rapporto di lavoro flessibile – Scheda n. 22

  • 03 Dic, 2015
Pubblicato in: Personale dei comuni
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Nel 2013, le unità di personale che nei comuni italiani hanno un rapporto di lavoro flessibile1 ammontano a 38.454 (Tabella 1). Questa categoria include il personale comunale che ha un rapporto di lavoro a tempo determinato, interinale, di formazione lavoro o è un lavoratore socialmente utile. Se si confronta tale valore con il numero di dipendenti comunali si rileva che circa 1 dipendente comunale su 11 è inquadrato con un contratto di lavoro flessibile (il 9,2%).

I valori che l’indicatore assume a livello geografico, tra le amministrazioni comunali del Paese, sono molto differenti. Nei comuni della Calabria e della Sicilia, ad esempio, il rapporto tra le unità di personale con lavoro flessibile ed il numero totale dei dipendenti comunali si attesta rispettivamente al 25,2% e al 25,1%. In generale, è nelle realtà comunali delle regioni del sud e delle isole, tranne che in quelle sarde (8,9%), pugliesi (6,1%) e molisane (5,1%), che l’incidenza del rapporto di lavoro flessibile è superiore al valore medio (9,2%). Nei comuni delle regioni del centro e del nord, viceversa, ad eccezione di quelli del Trentino-Alto Adige (10,4%) e del Friuli-Venezia Giulia (9,6%), l’indicatore è sotto alla media, con i valori più contenuti rilevati nelle amministrazioni comunali del Piemonte e della Valle d’Aosta (rispettivamente il 2,3% e il 2,4%).

 

Tabella 1 L'incidenza del rapporto di lavoro flessibile, per regione, 2013 
Regione  Personale comunale con rapporto di lavoro flessibile (a)  Dipendenti comunali (b)  Incidenza del rapporto di lavoro flessibile sul numero di dipendenti (a/b) 
Piemonte  682   29.603   2,3% 
Valle d'Aosta  36   1.466   2,4% 
Lombardia  2.665   60.744   4,4% 
Trentino-Alto Adige  1.029   9.918   10,4% 
Veneto  1.921   27.805   6,9% 
Friuli-Venezia Giulia  1.029   10.738   9,6% 
Liguria  343   13.677   2,5% 
Emilia-Romagna  1.281   30.924   4,1% 
Toscana  982   27.289   3,6% 
Umbria  236   5.896   4,0% 
Marche  681   10.255   6,6% 
Lazio  3.252   41.669   7,8% 
Abruzzo  909   8.011   11,4% 
Molise  93   1.842   5,1% 
Campania  3.961   37.419   10,6% 
Puglia  1.078   17.800   6,1% 
Basilicata  376   4.028   9,3% 
Calabria  3.845   15.266   25,2% 
Sicilia  13.002   51.871   25,1% 
Sardegna  1.052   11.819   8,9% 
Totale  38.454   418.041   9,2% 
Fonte: elaborazione IFEL-Dipartimento Studi Economia Territoriale su dati Ministero dell'Economia e delle Finanze, 2015 

 


Il 3,7% del personale (1.410 unità) delle regioni a statuto ordinario ha un rapporto di lavoro flessibile. Il 64,1% delle unità annue (904) ha un contratto a tempo determinato, il 31,9% (449) è inquadrato come lavoratore socialmente utile, il 4,0% (56) con un contratto interinale ed, infine, lo 0,1% con un contratto di formazione lavoro (Tabella 2). Analizzando nel dettaglio la distribuzione delle forme contrattuali nelle varie amministrazioni regionali, si osserva che le unità con rapporto di lavoro flessibile con contratti a tempo determinato sono prevalenti nella gran parte delle regioni del Paese. Fanno eccezione le regioni Campania, Veneto e Liguria, dove tale forma contrattuale si riduce rispettivamente al 13,0%, 21,3% e 30,2% (61, 14 e 1 unità). Nel caso della Campania tale situazione è compensata da un maggior impiego di unità annue di personale, pari all’87,0%, inquadrate come lavoratori socialmente utili (409). Per quanto riguarda il Veneto e la Liguria, invece, la maggior parte del personale ha un contratto interinale (il 78,7% ed il 69,8% del totale, pari a 52 e 2 unità rispettivamente).

Tabella 2 Il personale con rapporto di lavoro flessibile nelle regioni a statuto ordinario, per tipologia contrattuale e regione (percentuale di riga), 2013 
Regione  Personale con rapporto di lavoro flessibile 
Tempo determinato  Formazione lavoro  Contratti interinali  LSU  Totale 
Piemonte  82,7%  0,0%  0,0%  17,3%  100,0% 
Lombardia  91,2%  6,3%  2,5%  0,0%  100,0% 
Veneto  21,3%  0,0%  78,7%  0,0%  100,0% 
Liguria  30,2%  0,0%  69,8%  0,0%  100,0% 
Emilia-Romagna  100,0%  0,0%  0,0%  0,0%  100,0% 
Toscana  100,0%  0,0%  0,0%  0,0%  100,0% 
Umbria  100,0%  0,0%  0,0%  0,0%  100,0% 
Marche  100,0%  0,0%  0,0%  0,0%  100,0% 
Lazio  100,0%  0,0%  0,0%  0,0%  100,0% 
Abruzzo  93,2%  0,0%  6,8%  0,0%  100,0% 
Molise  100,0%  0,0%  0,0%  0,0%  100,0% 
Campania  13,0%  0,0%  0,0%  87,0%  100,0% 
Puglia  100,0%  0,0%  0,0%  0,0%  100,0% 
Basilicata  100,0%  0,0%  0,0%  0,0%  100,0% 
Calabria  100,0%  0,0%  0,0%  0,0%  100,0% 
Totale  64,1%  0,1%  4,0%  31,9%  100,0% 
Fonte: elaborazione IFEL-Dipartimento Studi Economia Territoriale su dati Ministero dell'Economia e delle Finanze, 2015 

 


Il 4,0% del personale (1.531 unità) delle regioni a statuto speciale ha un rapporto di lavoro flessibile. Il 94,8% delle unità annue (1.450) ha un contratto a tempo determinato (Tabella 3), mentre sono irrilevanti le percentuali relative alle altre tipologie contrattuali: i contratti interinali rappresentano il 5,2% del totale (79) e i lavoratori socialmente utili lo 0,1% (una sola unità in Trentino-Alto Adige). L’unica eccezione si rileva nella regione Friuli-Venezia Giulia, dove le unità annue di personale con contratto a tempo determinato si riducono al 55,2% (96), mentre quelle riconducibili agli interinali arrivano al 44,8% (78). Assenti, tra il personale con rapporto di lavoro flessibile delle regioni a statuto speciale, i contratti d formazione lavoro.

Tabella 3 Il personale con rapporto di lavoro flessibile nelle regioni a statuto speciale, per tipologia contrattuale e regione (percentuale di riga), 2013 
Regione  Personale con rapporto di lavoro flessibile 
Tempo determinato  Formazione lavoro  Contratti interinali  LSU  Totale 
Valle D'Aosta  100,0%  0,0%  0,0%  0,0%  100,0% 
Trentino-Alto Adige  99,6%  0,0%  0,2%  0,2%  100,0% 
Friuli-Venezia Giulia  55,2%  0,0%  44,8%  0,0%  100,0% 
Sicilia  100,0%  0,0%  0,0%  0,0%  100,0% 
Sardegna  100,0%  0,0%  0,0%  0,0%  100,0% 
Totale  94,8%  0,0%  5,2%  0,1%  100,0% 
Fonte: elaborazione IFEL-Dipartimento Studi Economia Territoriale su dati Ministero dell'Economia e delle Finanze, 2015 

 


Il 4% del personale (2.172 unità) delle amministrazioni provinciali ha un contratto di tipo flessibile. Nel 56,7% dei casi (1.231) si tratta di un contratto a tempo determinato, oltre un terzo è un lavoratore socialmente utile (35,4% ossia 769 unità), mentre il 7,9% (171) ha un contratto interinale (Tabella 4). In nessuna provincia viene utilizzata la formula dei contratti di formazione lavoro. A livello regionale la ripartizione tra le tipologie contrattuali è sostanzialmente rispettata, infatti, in più della metà delle regioni, il contratto a tempo determinato rappresenta la tipologia più utilizzata tra il personale con rapporto di lavoro flessibile. Tuttavia in alcune province prevalgono i lavoratori socialmente utili: è così in Campania (98,1%, 364 unità), Puglia (93,7%, 28 unità), Marche (63,1%, 56 unità), Friuli-Venezia Giulia (52,9%, 79 unità) e Veneto (50,0%, 71 unità). Nelle province lucane, laziali e sarde, infine, prevalgono i contratti interinali, che rappresentano, rispettivamente, il 78,7%, il 65,6% ed il 63,2% del totale del personale con rapporto di lavoro flessibile (11, 24 e 84).

Tabella 4 Il personale con rapporto di lavoro flessibile nelle amministrazioni provinciali, per tipologia contrattuale e regione (percentuale di riga), 2013 
Regione  Personale con rapporto di lavoro flessibile 
Tempo determinato  Formazione lavoro  Contratti interinali  LSU  Totale 
Piemonte  76,3%  0,0%  4,7%  19,0%  100,0% 
Lombardia  49,4%  0,0%  9,3%  41,3%  100,0% 
Veneto  46,1%  0,0%  3,9%  50,0%  100,0% 
Friuli-Venezia Giulia  38,9%  0,0%  8,1%  52,9%  100,0% 
Liguria  90,7%  0,0%  1,1%  8,2%  100,0% 
Emilia-Romagna  71,4%  0,0%  10,2%  18,4%  100,0% 
Toscana  98,1%  0,0%  0,0%  1,9%  100,0% 
Umbria  90,8%  0,0%  0,0%  9,2%  100,0% 
Marche  34,1%  0,0%  2,7%  63,1%  100,0% 
Lazio  34,4%  0,0%  65,6%  0,0%  100,0% 
Abruzzo  57,7%  0,0%  11,8%  30,5%  100,0% 
Molise  100,0%  0,0%  0,0%  0,0%  100,0% 
Campania  1,9%  0,0%  0,0%  98,1%  100,0% 
Puglia  6,3%  0,0%  0,0%  93,7%  100,0% 
Basilicata  13,9%  0,0%  78,7%  7,4%  100,0% 
Calabria  64,9%  0,0%  0,0%  35,1%  100,0% 
Sicilia  97,2%  0,0%  0,0%  2,8%  100,0% 
Sardegna  36,8%  0,0%  63,2%  0,0%  100,0% 
Totale  56,7%  0,0%  7,9%  35,4%  100,0% 
Fonte: elaborazione IFEL-Dipartimento Studi Economia Territoriale su dati Ministero dell'Economia e delle Finanze, 2015 

1 L’ammontare di questa tipologia di personale viene quantificata in termini di “unità annue”. Tale valore si ottiene sommando i mesi lavorati, distintamente per ciascuna delle tipologie, per categoria di personale e per genere, e dividendo tale valore per i 12 mesi dell’anno.

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