Ultimo aggiornamento 30.04.2025 - 18:13
Registrazione video relativa al webinar del giorno 08 maggio 2019 - La notifica degli atti tributari comunali - Relatore: Pasquale Mirto
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Investire sulla coesione del sistema urbano e territoriale italiano deve essere un obiettivo centrale nel prossimo ciclo di programmazione dei fondi europei 2021-2027. All’Italia serve una dose massiccia di investimenti per recuperare produttività e diffondere innovazione tecnologica ed organizzativa ma anche per dare nuova qualità al lavoro umano e salvaguardia all’ambiente naturale”. Lo ha detto il direttore di IFEL Pierciro Galeone aprendo i lavori del convegno sulle politiche per l’Europa delle città e dei territori che Anci e IFEL hanno organizzato oggi in occasione della festa dell’Europa.

Secondo Galeone va costruita “una prospettiva di sviluppo sostenibile che ha bisogno di coesione urbana e territoriale, cioè di una crescita equilibrata del tessuto delle città (grandi, medie e piccole) e del loro rapporto con il territorio”. “Investire sul policentrismo italiano – ha aggiunto – vuol dire evitare tre nemici della coesione e della sostenibilità: la congestione dei grandi centri, l’isolamento di quelli minori, l’abbandono dei territori. Servono aree metropolitane attraenti e innovative ma al servizio dei territori; reti di città medie caratterizzate da alta qualità della vita e efficiente mobilità urbana e interurbana; centri minori connessi alle reti della protezione ambientale e del turismo sostenibile”.

Durante il convegno, partendo dalle esperienze in corso riconducibili a vario titolo ad un’agenda urbana (come il PON Metro, gli assi urbani dei POR, i patti per le città, il piano città, il bando sulle periferie, ecc.) si è cercato di capire come definire gli ambiti di intervento territoriale del prossimo ciclo di investimenti europei, tenendo conto anche delle esigenze dell’aree periferiche, non-urbane, rurali e\o interne, così come trattate nell’ambito della Strategia nazionale per le aree interne, degli interventi promossi nei partenariati locali del fondo di sviluppo rurale o di altre misure della politica ordinaria.

Da parte sua Micaela Fanelli, rappresentante Anci nell’Agenzia di Coesione, ha evidenziato come “l’Associazione si è battuta in sede Ue per avere politiche rivolte anche a piccoli comuni raggiungendo, all’interno del nuovo ciclo finanziario, un appostamento certo di risorse, un miliardo e mezzo se l’attuale stima viene rispettata e ottenuto che sia al centro del nuovo fondo di sviluppo regionale”.A suo parere si tratta “di un grande risultato ottenuto dal Comitato delle Regioni e che va difeso anche dopo queste elezioni europee”. Per questo motivo “va creato un sistema tra Stati per interpretare le politiche rivolte ai piccoli comuni non solo come politiche tradizionali, ma che riescano a mettere al centro le comunità progettando un modo nuovo che renda le politiche Ue più coerenti con quelle nazionali di coesione per aiutare al meglio i territori”.

Comunicato Anci

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