Si fa strada anche nel Governo l'idea di fondere Imu e Tasi su seconde case e altri immobili, chiudendo definitivamente la sfortunata esperienza del tributo sui «servizi indivisibili».
Ristabilire un rapporto diretto tra applicazione del tributoe responsabilità del Comune, reintrodurre strumenti «verticali» per la perequazione delle risorse o, in alternativa, destinare un segmento preciso del gettito Imu a finalità perequative, abolire la compresenza di Comunie Stato nell'attribuzione del gettito, assicurarne l'invarianza mantenendo effettivi margini di manovra per le scelte fiscali locali, semplificare le regole e gli adempimenti a carico dei contribuentie dei Comuni.
Imue Tasi continueranno le loro vite parallele, perchéi progetti di fusione esaminati in questi giorni dal Governo rischierebbero di aprire la stradaa qualche aumento sulle seconde case, o almeno a qualche difficoltà di comunicazione.
Almeno 5 miliardi di euro. Basta questa cifra a capire le ragioni che ancora una volta fanno del fisco sul mattone uno dei protagonisti della manovra, sia sul piano politico sia su quello più algido dell'economia.
Nella sua marcia di avvicinamento al Quirinale la manovra sulla casa si modifica, e assume un aspetto più "tradizionale":