Pubblichiamo in modo integrale il testo dell’intervista del Direttore di IFEL nell’ambito dei lavori dell’Arena del Forum PA.
In questa mattina di apertura di Forum PA ci siamo confrontati sul percorso da seguire per costruire una nuova dimensione di lavoro pubblico, che renda le nostre organizzazioni attrattive, valorizzando le persone sia in entrata che durante tutto il loro percorso professionale. Dal vostro punto di osservazione che momento stiamo vivendo?
Primo il lavoro pubblico pesa quantitativamente di meno. In Italia ci sono circa 3.400.000 dipendenti pubblici, il 13,5% sul totale degli occupati. Nel 2001 eravamo al 15,4%. Attualmente siamo al terzultimo posto nella classifica dei Paesi UE, guidata dai paesi scandinavi prossimi al 30% del lavoro pubblico sull’occupazione totale.
Sono 340.000 le persone che fanno funzionare i quasi 8000 comuni italiani. Sono il 10% del totale dei dipendenti pubblici. Dal 2008 i comuni hanno perso, a causa del blocco del turn over, quasi il 30% della forza lavoro. La discesa è stata frenata del personale pubblico grazie alla ripresa del reclutamento.
Nel 2023 nei comuni italiani sono state assunte 29.275 unità di personale mentre ne sono uscite 28.973: un piccolo saldo positivo che è confermato anche nel 2024. Ma non si riesce ad invertire una tendenza per il flusso in uscita. E non solo per il pensionamento. Nel periodo 2017-2023 le uscite sono state 95.825. Si tratta anche di personale che dai comuni si traferisce ad altre amministrazioni pubbliche. Le retribuzioni comunali medie, poi, sono tra le più basse: del 20% rispetto alle Regioni. E’ evidente come sia necessaria una risposta di sistema che gestisca questa concorrenza interna e si faccia carico delle condizioni oggettive di tutti i livelli di governo
Se le attuali tendenze saranno confermate nei prossimi 7 anni, il comparto comunale dovrebbe perdere circa 10.000 unità l’anno per pensionamenti e potrebbe perderne altre 15.000 per altre cause: in totale usciranno 175.000 unità, la metà del personale attualmente in servizio. Riusciremo a reclutare tutte questi giovani lavoratori? Riusciremo a trattenerli?
I comuni avvertono il problema in modo più acuto. Ma è tema che riguarda tutto il sistema istituzionale e amministrativo. Pensiamo davvero di riuscire ad attrarre persone nuove in amministrazioni vecchie? Vecchie per organizzazione, regole di funzionamento, meccanismi retributivi e di carriera. Vecchie nonostante le norme oggi permettano innovazioni significative. Il fatto è che il cambiamento ha bisogno di spinte decise. Le risorse umane saranno il fattore più critico nei prossimi anni e possono essere la spinta a cambiare le amministrazioni. Un cambiamento per necessità se non per virtù?
Abbiamo citato diverse leve strategiche per costruire organizzazione pubbliche “aumentate”. Abbiamo parlato di formazione, reclutamento, dirigenza, leadership. E del ruolo del digitale in questo percorso. Tra queste leve, che naturalmente sono tutte fondamentali, qual è secondo voi quella che in questo momento potrebbe fare la differenza e perché?
Come dicevamo, non possiamo pensare di mettere risorse nuove dentro amministrazioni vecchie. E sono, inoltre, necessarie spinte al cambiamento reale fatte di norme nuove e di motivazione a utilizzarle. Parto da un esempio positivo: l’effetto che ha avuto il PNRR sull’efficienza del comparto comunale nella realizzazione de degli investimenti.
Nel 2017 nell’area «Pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale», ossia quella dedicata alla progettazione delle opere pubbliche, e quindi direttamente coinvolta nel seguire la filiera degli investimenti comunali, si contavano 54.500 dipendenti. Nel 2017 sono stati spesi 8,3 miliardi di euro di investimenti fissi lordi comunali. Nel 2024 con lo stesso numero di dipendenti il livello degli investimenti comunali ha raggiunto la stessa area Pianificazione 2.000 dipendenti ed una spesa di 16,3 miliardi di euro di investimenti fissi lordi comunali. La spesa per investimenti e dipendenti è passata da 152mila euro di investimenti comunali per addetto dell’area nel 2017 a 310mila euro nel 2023 sempre per ciascun dipendente comunale. Ipotizzando, con ottimismo, che il numero degli addetti alla Pianificazione sia rimasto invariato nel 2024, quando gli investimenti comunali hanno raggiunto la punta dei 19,1 miliardi di euro complessivi (+129% rispetto al 2017). Il rapporto tra spesa per investimenti e dipendenti è passata dai 152mila euro del 2017 ai 363mila euro per dipendente.
Questo è stato ottenuto attraverso tante leve: con una semplificazione delle norme sui contratti, con miglioramenti nel flusso dei trasferimenti, con utilizzazioni di risorse esterne per consulenza ed assistenza ed anche con la disponibilità di servizi digitali innovativi, con incentivi al personale. E sottolineo anche con una crescita del livello di cooperazione tra i livelli di governo, come ad esempio è avvenuto per la Scuola Ifel che ha realizzato con Ministero delle infrastrutture e i trasporti, Itaca e SNA la promozione e realizzazione di percorsi formativi in materia di contrattualistica pubblica in collaborazione di Stato e Regioni. Di fatto, sono stati formati più di 30 mila RUP per la maggioranza rappresentativi degli enti locali. Inoltre, la crescita della produttività è legata anche almeno a livello comunale dal rapporto tra il proprio lavoro e cambiamenti reali nella comunità urbana per la quale si lavora: rigenerazione urbana, trasporti sostenibili. Nuovi servizi sociali.
Servono tutte le leve e su tutto serve riscoprire le istituzioni. Le istituzioni sono beni pubblici, beni collettivi dei quali va riscoperto il valore collettivo. Va riscoperta l’intelligenza delle istituzioni. E’ una intelligenza artificiale generata dalla messa in comune delle intelligenze individuali. E’ una intelligenza di che permette di capire, progettare e realizzare, insieme. E’ questa intelligenza che va arricchita dall’altra intelligenza artificiale, quella alimentata dalle tecnologie digitali. L’amministrazione aumentata è il prodotto di una intelligenza aumentata delle istituzioni.
Approvata dal Consiglio Direttivo della Fondazione come all.7 al PTCPT 2024-2026 aggiornamento del 19/06/2024
Clicca qui per maggiori informazioni
In attuazione della Direttiva (UE) 2019/1937, è stato emanato il D.lgs. n. 24/2023 riguardante "la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell'Unione e recante disposizioni riguardanti la protezione delle persone che segnalano violazioni delle disposizioni normative nazionali". Il decreto è entrato in vigore il 30 marzo 2023 e le disposizioni ivi previste sono divenute efficaci dal 15 luglio 2023. Come stabilito da citato decreto l'ANAC con deliberazione n. 311 del 12 luglio 2023 ha adottato apposite Linee Guida relative alle procedure per la presentazione e la gestione delle segnalazioni esterne. Di seguito si riporta la disciplina per la ricezione e la gestione delle segnalazioni di whistleblowing da parte della Fondazione IFEL.
Sono legittimate a segnalare e godono delle tutele previste dalla normativa le persone che operano nel contesto lavorativo in qualità di:
Ai sensi del D.lgs. N. 24/2023, le condotte illecite segnalate devono riguardare situazioni, fatti, circostanze, di cui il soggetto sia venuto a conoscenza «in ragione del rapporto di lavoro».
Vi rientrano
La protezione prevista dal D.lgs. N. 24/2023 non opera nei confronti del dipendente che viola la legge al fine di raccogliere informazioni, indizi o prove di illeciti in ambito lavorativo. La tutela si applica non solo se la segnalazione, la denuncia o la divulgazione pubblica avvenga in costanza del rapporto di lavoro o di altro tipo di rapporto giuridico, ma anche durante il periodo di prova e anteriormente o successivamente alla costituzione del rapporto giuridico. Il decreto indica, infatti, che la tutela si estende (art. 3, co. 4).:
Comportamenti, atti od omissioni che ledono l'interesse pubblico o l'integrità dell'amministrazione pubblica o dell'ente privato e che consistono in:
Il D.lgs. n. 24/2023 ha previsto i seguenti canali di segnalazione:
Ai sensi dell'art. 4, comma 5 del D.lgs. n. 24/2023, la gestione del canale di segnalazione interno della Fondazione è affidata al Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza
La segnalazione o divulgazione pubblica deve essere effettuata utilizzando esclusivamente i canali previsti dalla norma La segnalazione deve sempre essere effettuata attraverso il canale interno messo a disposizione dalla Fondazione, è possibile ricorrere al canale esterno e alla divulgazione pubblica nei casi di seguito elencati di cui all'art. 6 del D.lgs. n. 24/2023.
I segnalanti possono effettuare, ai sensi dell’art 15, direttamente una divulgazione pubblica quando:
Indipendentemente dal canale utilizzato per effettuare la segnalazione, la stessa deve essere effettuata nell'interesse pubblico o nell'interesse alla integrità della Fondazione. I motivi che hanno indotto la persona a segnalare, denunciare o divulgare pubblicamente sono irrilevanti ai fini della sua protezione. Al momento della segnalazione o della denuncia all'autorità giudiziaria o contabile o della divulgazione pubblica, la persona segnalante o denunciante deve avere un ragionevole e fondato motivo di ritenere che le informazioni sulle violazioni segnalate, divulgate pubblicamente o denunciate siano vere e rientrino nell'ambito della normativa.
La procedura della Fondazione garantisce la tutela della riservatezza dell'identità del segnalante e dei soggetti a vario titolo coinvolti nonché del contenuto della segnalazione e della relativa documentazione tramite l’utilizzo di piattaforma informatica che prevedere il ricorso a strumenti crittografici. L’identità del segnalante viene rivelata a persone diverse da quelle competenti a ricevere o a dare seguito alle segnalazioni;
La segnalazione è sottratta all'accesso agli atti amministrativi e al diritto di accesso civico generalizzato;
Tutti coloro che partecipano, a qualsiasi titolo, all'attività istruttoria sono tenuti a garantire il rispetto della riservatezza dell'identità dei soggetti coinvolti e del contenuto della segnalazione astenendosi dal rivelarli ad altri. La violazione dell'obbligo di riservatezza è responsabilità soggetta ad eventuali sanzioni disciplinari ed economiche, come previsto dall'ordinamento
Nell'ambito della disciplina sul whistleblowing, si definisce ritorsione nei confronti del segnalante qualsiasi comportamento, atto od omissione, anche solo tentato o minacciato, posto in essere in ragione della segnalazione, della denuncia all'autorità giudiziaria o contabile, o della divulgazione pubblica e che provoca o può provocare, alla persona segnalante o alla persona che ha sporto la denuncia, in via diretta o indiretta, un danno ingiusto, da intendersi come danno ingiustificato.
La gestione delle comunicazioni di ritorsioni nel settore pubblico e nel settore privato compete ad ANAC che può avvalersi, per quanto di rispettiva competenza, della collaborazione dell'Ispettorato della funzione pubblica e dell'Ispettorato nazionale del lavoro. La dichiarazione di nullità degli atti ritorsivi spetta all'Autorità giudiziaria. Al fine di dare prova della ritorsione:
Il D.lgs. n. 24/2023 ha sensibilmente esteso il novero dei soggetti meritevoli di tutele da ritorsioni ed in particolare:
Non è punibile chi riveli o diffonda informazioni sulle violazioni: coperte dall'obbligo di segreto, diverso da quello professionale forense e medico, o relative alla tutela del diritto d'autore o alla protezione dei dati personali ovvero se, al momento della segnalazione, denuncia o divulgazione, aveva ragionevoli motivi di ritenere che la rivelazione o diffusione delle informazioni fosse necessaria per effettuare la segnalazione e la stessa è stata effettuata nelle modalità richieste dalla legge.
Le tutele non sono garantite quando è accertata, anche con sentenza di primo grado, la responsabilità penale della persona segnalante per i reati di diffamazione o di calunnia o comunque per i medesimi reati commessi con la denuncia all'autorità giudiziaria o contabile ovvero la sua responsabilità civile, per lo stesso titolo, nei casi di dolo o colpa grave; in tali casi alla persona segnalante o denunciante può essere irrogata una sanzione disciplinare.
Sono previste misure di sostegno che consistono in informazioni, assistenza e consulenze a titolo gratuito sulle modalità di segnalazione e sulla protezione dalle ritorsioni offerta dalle disposizioni normative nazionali e da quelle dell'Unione europea, sui diritti della persona coinvolta, nonché sulle modalità e condizioni di accesso al patrocinio a spese dello Stato. È istituto presso l'ANAC l'elenco degli enti del Terzo settore che forniscono alle persone segnalanti misure di sostegno. L'elenco, pubblicato dall'ANAC sul proprio sito, contiene gli enti del Terzo settore che esercitano, secondo le previsioni dei rispettivi statuti, le attività di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, e che hanno stipulato convenzioni con ANAC.
La Fondazione IFEL e ANDIGEL, Associazione Nazionale dei Direttori Generali degli Enti Locali presentano a ForumPA, il 23 maggio dalle 16 alle 17, sCAMBIO COMUNE il programma di mobilità trasversale dei professionisti degli Enti Locali.
Si tratta di un progetto che ha diversi obiettivi:
Per chi sarà presente alla presentazione del progetto a ForumPA 2024 abbiamo previsto una sorpresa (scendi in fondo alla pagina se vuoi vedere subito di cosa si tratta).
Ogni ente aderente ha individuato gli ambiti settoriali più innovativi e/o strategici nei quali ritiene di aver sviluppato soluzioni e processi di lavoro che possono essere di esempio per altri e ha scelto di mettere a disposizione un percorso dimostrativo e/o formativo.
Lo scambio professionale ha una durata varia che viene definita da chi propone il percorso. Durante il soggiorno professionale ciascun partecipante svolgerà un'attività di formazione di tipo job-shadowing che prevede l'osservazione diretta delle attività svolte nel settore di accoglienza, lo scambio e la mutualizzazione di pratiche ed esperienze con i colleghi dell'altro ente.
Per ogni percorso dimostrativo/formativo sono disponibili un numero finito di posti, definiti ovviamente dall’ente ospitante.
I progetti messi a disposizione dagli enti che stanno prendendo parte alla sperimentazione sono 17 e hanno natura diversa. Eccoli di seguito in rassegna
Ente |
Progetto |
Comune di Cesena |
Linee guida per la realizzazione e valutazione delle Compensazioni Ambientali e delle Dotazioni territoriali multiprestazionali e Ecologico Ambientali |
Comune di Cesena |
“SpazioComune” percorso di valorizzazione di immobili pubblici in ottica sussidiaria e di amministrazione condivisa |
Comune di Cinisello Balsamo |
La scelta Open e le opportunità dello sviluppo in economia |
Comune di Monza |
Giovani Protagonisti: bando di finanziamento rivolto agli ETS per la realizzazione di progetti per e con i giovani a forte impatto territoriale |
Comune di Monza |
Patti di Cittadinanza: interventi e progettualità su scala quartiere frutto di co-progettazione tra Comune, cittadini e stakeholders territoriali |
Comune di Monza |
Governance di progetti complessi |
Comune di Monza |
Progetto Percorsi in Comune (P.i.Co): un efficace inserimento delle nuove persone, per loro e per noi |
Comune di Novara |
Attivazione Progetti di Innovazione Sociale – Gestione processi e spazi di rigenerazione urbana (nòva Spazio formativo e performativo. Avamposto sull’urgenza di desideri stra-ordinari) |
Comune di Novara |
Elaborazione nuovo PRG tramite costituzione di un Ufficio di Piano all’interno dell’ente |
Comune di Pescara |
Navigazione Sicura: Programma di sensibilizzazione sui rischi informatici per le Amministrazioni Locali |
Unione Reno Galliera |
Zero Carta! Digitalizzazione del patrimonio informativo |
Unione Terre d’Argine e Comune di Carpi |
Comunicazione istituzionale: funzioni ad altra integrazione orientate ai servizi al cittadino |
Unione Terre d’Argine e Comune di Carpi |
Cybersecurity: una salvaguardia non solo tecnologica ma che nella pubblica amministrazione si interseca con un preciso quadro organizzativo e documentale |
Unione Terre d’Argine e Comune di Carpi |
Il percorso e la prima attuazione del Piano urbanistico regionale in un’area vasta intercomunale |
Unione dei Comuni della Valle del Savio |
Implementazione del sistema di Pianificazione e Controllo dell’ente con particolare riferimento all’insediamento di una nuova Amministrazione e alla Pianificazione di Area Vasta |
Unione dei Comuni della Valle del Savio |
Costruzione di uno Sportello unico del Cittadino polifunzionale ed evoluzione a sportello “metropolitano” in tutta l’Unione dei Comuni |
Unione dei Comuni della Valle del Savio |
Progetto Digitale Facile |
Per chi sarà presente alla presentazione di sCAMBIO COMUNE il 23 maggio prossimo a ForumPa c’è la possibilità di partecipare ai percorsi dimostrativi/formativi organizzati dagli enti ad oggi coinvolti nel progetto.
Come? semplice: contattando direttamente il referente di progetto che si trova indicato in ognuno delle schede sopra pubblicate. Sarà possibile concordare la data e il numero di persone che potranno partecipare all’esperienza.
Per tutti coloro che non potranno raggiungerci a Roma il 23 maggio rimane, invece, la possibilità di tenersi aggiornati sugli sviluppi della sperimentazione in corso attraverso i canali di IFEL e di Andigel.
Iscriviti all’evento di ForumPA
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 24 febbraio il Decreto c.d. “PNRR 3”, contenente disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale complementare al PNRR (PNC).
Si tratta del Decreto Legge 24 febbraio 2023, n. 13 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.47 del 24-02-2023, in vigore dal 25 febbraio 2023.
Le novità introdotte dal Decreto vanno dalla revisione del sistema della governance del PNRR e al rafforzamento della capacità amministrativa dei soggetti chiamati ad attuare gli interventi previsti dal Piano.
Lo scopo principale è sostenere l’accelerazione e la semplificazione dell’attuazione degli interventi PNRR e delle relative procedure, estendendole anche all’attuazione delle Politiche di coesione (fondi SIE 2021-2027), della Politica Agricola Comune (PAC) e delle politiche giovanili.
In allegato una sintesi dei 26 punti principali del Decreto.
Il dossier IFEL Politiche UE e Sviluppo Rurale nel nuovo ciclo di programmazione - Il ruolo dei Comuni italiani fra opportunità e risorse finanziarie si inserisce tra le azioni di analisi, informazione, orientamento e supporto realizzate dal Dipartimento Supporto ai Comuni e Studi Politiche europee sui temi della Politica di coesione e, in generale, delle Strategie territoriali co-finanziate da risorse del bilancio UE.
La pubblicazione descrive il quadro programmatico e finanziario delle politiche di Sviluppo Rurale, sia nel biennio di transizione 2021-2022 che per i prossimi quattro anni (2023-2027), proponendo un focus sul ruolo dei Comuni italiani nel nuovo Piano nazionale Strategico della PAC (PSP) e rispetto ai principali interventi ad essi destinati nei c.d. Complementi regionali per lo Sviluppo Rurale (CSR) 2023-2027.
Il dossier propone una prima disamina delle opportunità che derivano dal nuovo PSP che ammonta a quasi 37 Mld€, di cui circa il 43% sono a disposizione dello Sviluppo rurale. A queste risorse si sommano quelle aggiuntive assegnate nel c.d. “biennio di transizione 2021 e 2022” che per l’Italia ammontano a circa 3.921 Mln€. In questo quadro finanziario, all’Obiettivo nel quale si concentrano prevalentemente gli interventi che vedono come potenziali beneficiari/destinatari i Comuni sono destinati oltre 1,7 Mld€, pari a circa l’11% della spesa pubblica per lo Sviluppo rurale; inoltre le risorse destinate alle Strategie di sviluppo locale dell’approccio Leader risultano aumentate rispetto al ciclo precedente e ammontano complessivamente a circa 900 Mln€, pari ad oltre il 5% delle risorse destinate allo Sviluppo rurale.
Alla data di pubblicazione del dossier, Regioni e Province autonome stanno procedendo all’adozione dei rispettivi Complementi di Sviluppo Rurale (CSR). Le schede dedicate agli interventi dello Sviluppo rurale di potenziale interesse per i Comuni propongono perciò ad oggi solo dati del nuovo Piano Strategico PAC (PSP), ma rappresentano una guida preliminare per “produrre conoscenza” rispetto alle opportunità offerte agli Enti locali dallo Sviluppo rurale.