Ultimo aggiornamento 23.05.2025 - 17:57
Amministratore IFEL2

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Come è noto, i commi 858-872 della legge n. 145/2018 hanno introdotto misure per garantire il tempestivo pagamento dei debiti commerciali e la riduzione del debito pregresso e per assicurare la corretta alimentazione della piattaforma dei crediti commerciali.

Se inadempienti, dal 2021 e con riferimento alla situazione rilevata per l’esercizio 2020, le amministrazioni, diverse dallo Stato, che adottano la contabilità finanziaria – tra le quali sono compresi i comuni e gli altri enti locali – sono tenute ad accantonare nella parte corrente del proprio bilancio una quota delle risorse, variabile a seconda dell’entità della violazione, stanziate per l'acquisto di beni e servizi.

In particolare il comma 862 fissa alla data del 28 febbraio 2021 il termine entro cui iscrivere l’accantonamento sul proprio bilancio di previsione 2021/2023.

La presente nota interpretativa ha l’obiettivo di rispondere ai numerosi quesiti dei comuni che, non avendo ancora approvato il bilancio di previsione, si interrogano sull’obbligo di dover procedere con l’accantonamento un mese prima del termine fissato dalla norma per l’approvazione del bilancio (decreto del Ministro dell’Interno del 13 gennaio 2021).

A tal fine va rilevato che, ai sensi del citato comma 862, gli enti che presentano le condizioni di inadempienza di cui ai commi 859, 867 e 868, “con delibera di giunta o del consiglio di amministrazione” dovranno stanziare entro il 28 febbraio del 2021 “un accantonamento denominato Fondo di garanzia debiti commerciali nella parte corrente del proprio bilancio” e che l’esistenza di un bilancio 2021/2023 approvato è di per sé un presupposto per il corretto adempimento, altrimenti di difficile attuazione.

Si deve dedurre che nei casi di inadempienza:

  • gli enti che hanno già approvato il bilancio stanziano l’accantonamento con delibera di Giunta entro il 28 febbraio;
  • gli altri stanziano l’accantonamento con delibera di Consiglio all’atto stesso dell’approvazione del bilancio, dando atto nella nota integrativa della ricorrenza delle condizioni che rendono obbligatoria la costituzione del fondo.

Viceversa, se non ricorrono le condizioni per l’accantonamento:

  • gli enti che non hanno ancora approvato il bilancio danno atto di non essere tenuti alla costituzione del fondo indicando i dati relativi agli indicatori sui tempi di pagamento nella nota integrativa al bilancio, all’atto di approvazione dello stesso;
  • gli altri potranno dare atto di non dovere costituire il fondo con successiva deliberazione.

Cogliamo, infine, l’occasione per ricordare che nella fase di conversione del d.l. n. 183/2021 “proroga termini” è stato approvato un emendamento al comma 861 della legge n. 145/2018 al fine di consentire, per l’anno 2021, il calcolo degli indicatori di riduzione del debito pregresso e di ritardo medio a partire dai dati delle contabilità locali. Per le modalità di calcolo degli indicatori si rimanda alla Nota IFEL del 22 novembre 2019.

Per approfondimenti visitare la pagina IFEL PCC e SIOPE+. Istruzioni per l’uso o scrivere a .

Il volume “I Comuni della Campania 2021” si articola in cinque parti fondamentali: il Territorio, la Finanza, l’Economia, il Personale e la Società. Sono riportate statistiche relative alla struttura dei comuni campani e alla loro condizione finanziaria, informazioni sullo stato di salute delle imprese e un focus sul personale comunale in servizio. L’ultima sezione si incentra sui cambiamenti demografici in atto.

L’unità di rilevazione è il singolo comune, i cui dati ed indicatori derivati sono stati analizzati a livello provinciale e di classe demografica, con un’attenzione particolare ai piccoli comuni della regione. L’analisi di ciascun fenomeno viene inoltre arricchita da una descrizione cartografica degli indicatori maggiormente rappresentabili in termini di georeferenziazione.

La pubblicazione “I Comuni italiani 2021 - Numeri in tasca” illustra le principali caratteristiche territoriali, istituzionali, economico-finanziarie e socio-demografiche dei comuni italiani, utilizzando come fonti primarie i dati ufficiali più recenti e disponibili a livello di singolo comune.

L’obiettivo è quello di fornire un agile strumento di lavoro a quanti - politici, amministratori, studiosi dei fenomeni territoriali - si interrogano sui caratteri ed i cambiamenti in atto nel mondo eterogeneo dei comuni. Un mondo in continua evoluzione che rappresenta saldamente l’elemento unificatore in cui gli italiani si trovano, il luogo dove vivono la propria quotidianità, l’istituzione più vicina alla quale si rivolgono per avere una risposta ai bisogni, alle difficoltà, alla voglia di partecipazione.

Nato dalla collaborazione fra ANCI-IFEL, Legacoop e Confcooperative, nell’ambito del Progetto SIBaTer, il nuovo Vademecum analizza il ruolo dello strumento delle cooperative per la valorizzazione dei beni comuni, con particolare attenzione per le Cooperative di Comunità, uno strumento che si sta rivelando veicolo di cambiamento nei modelli di sviluppo e da cui stanno nascendo idee, energie e stimoli sui territori suscitando sempre maggiore interesse soprattutto nei territori più fragili, le aree interne, rurali e montane.

I tre Partners stanno lavorando insieme ormai da più di un anno sui territori, condividendo temi e obiettivi, nel comune intento di sostenere politiche di sviluppo locale che producano risultati. Mettendo a disposizione delle amministrazioni comunali know-how e competenze specialistiche, il sostegno all’azione progettuale di SIBaTer si esprime sul fronte dell’accesso alla terra e del rafforzamento della capacità della P.A. locale di ascolto del territorio, di confronto e concertazione degli interventi territoriali con gli attori locali.

Maurizio Gardini, Presidente Confcooperative “Siamo lieti di collaborare con ANCI-IFEL per lo sviluppo della cooperazione di comunità. Ben venga ogni progetto finalizzato a sostenere il ruolo delle cooperative, sentinelle del territorio, capaci di intercettare, più di ogni altra impresa, i bisogni delle comunità. Dove lo Stato si ritira perché non è più in grado di organizzare servizi e risposte e il privato neanche pensa a cimentarsi, le cooperative favoriscono l’autorganizzazione delle comunità locali e dei cittadini mettendoli in condizione di rispondere alle proprie esigenze”.

Il Presidente Legacoop, Mauro Lusetti aggiunge: “Abbiamo assicurato volentieri il nostro contributo a questa iniziativa che risponde in pieno ad un obiettivo importante: favorire un’attenzione ed un ruolo attivo dei livelli amministrativi più vicini ai cittadini nella promozione delle cooperative di comunità. Il sostegno delle amministrazioni comunali a chi vuole impegnarsi attivamente nella gestione di beni comuni, nel segno della partecipazione attiva e della responsabilità condivisa, rappresenta infatti un elemento essenziale per dare forza a queste iniziative che puntano a costruire nuove opportunità di sviluppo sostenibile ed inclusivo per le comunità, contrastando fenomeni di abbandono e di degrado che ne metterebbero a rischio la stessa sopravvivenza”.

Da qui nasce questo Vademecum dedicato allo strumento delle Cooperative che mettiamo a disposizione delle amministrazioni comunali e degli attori locali. Una nuova occasione per offrire punti di riflessione rispetto a casi ed esperienze che possano essere replicabili e soprattutto “di ispirazione” per Comuni e Comunità locali che vogliano essere protagonisti dei propri territori, innescando processi innovativi e sostenibili in un’ottica di sviluppo e welfare “rurale”, avendo come obiettivo la valorizzazione di capitale umano e risorse del territorio.

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