Ultimo aggiornamento 30.04.2025 - 18:13

Si è svolto il 22 settembre, presso l’Istituto Sturzo di Roma, il convegno organizzato da IFEL dal titolo “I Comuni che servono all’Italia”. Partendo dalla necessità di ricostruire gli equilibri tra i livelli di governo, in un ampio disegno di riforma dei sistemi locali, il convegno ha tentato di dare spazio a una riflessione organica sui possibili strumenti da attuare per ricostruire le relazioni tra i diversi livelli di governo, ristabilendo il giusto rapporto tra autonomia e responsabilità.

Dopo l’apertura dei lavori, affidata a Pierciro Galeone (Direttore della Fondazione IFEL), l’incontro è proseguito con gli interventi di: Franco Gallo (Presidente emerito della Corte costituzionale), Maurizio Bernardo (Presidente Commissione Finanze della Camera dei Deputati), Andrea Ferri (Capo Dipartimento Finanza locale Fondazione IFEL), Stelio Mangiameli (Università di Teramo, Direttore ISSiRFA), Livia Salvini (Università LUISS – Guido Carli di Roma), Fabio Fiorillo (Università Politecnica delle Marche, Assessore Comune di Ancona) e Luca Antonini (Università di Padova, Presidente Copaff).

Il Presidente della Fondazione IFEL e Sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, è intervenuto in conclusione del convegno precisando che sul tema della riforma dei sistemi locali è auspicabile “un time out in questa serie di azioni spesso compulsivamente concepite per poter procedere ad una messa a punto di una riforma che abbia il respiro che merita, un tracciato che impatta con il destino del Paese.”
Pubblichiamo il video integrale del convengo e le slide, presentate da Andrea Ferri nel corso del suo intervento "Crisi e risanamento della finanza pubblica: l’impatto sui Comuni", disponibili in allegato

 

 

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Si è svolta il 10 settembre presso la Conferenza unificata una riunione tecnica richiesta da Anci ai primi di agosto allo scopo di evitare che anche nel 2015 si ripetano i casi di mancata redistribuzione degli spazi finanziari tra gli enti locali attraverso gli strumenti offerti dalla Normativa.

In particolare, è stato sottolineato che il cosiddetto “Patto verticale incentivato” che permette alle Regioni di attribuire spazi finanziari a Comuni alle Città metropolitane e alle Province sulla base di un finanziamento statale di circa un miliardo, risulta attualmente inutilizzato per circa il 60% nel caso delle Province e delle Città metropolitane 2015 e per circa un terzo nei confronti dei Comuni. Nel complesso si tratta di un ammontare di spazi finanziari pari a ben 500 milioni di euro, che a nostro avviso non possono rimanere inutilizzati.

La distribuzione finora avvenuta ha seguito i restrittivi criteri a suo tempo indicati dalla Legge di stabilità e poi – opportunamente – ampliati al complesso delle spese per investimento con il decreto “Enti locali”, il cui termine scade a fine mese.

L’Anci ha sostenuto, in primo luogo, la necessità che tutte le Regioni attivino nei pochi giorni a disposizione le procedure per l’assegnazione di tutti gli spazi disponibili, favorendo nei rispettivi contesti territoriali la soddisfazione delle esigenze di investimento con maggiore grado di effettiva realizzabilità.

L’Anci ha inoltre ravvisato la necessità di attivare strumenti di redistribuzione, anche innovativi, nel caso di parziale utilizzo degli spazi gestiti dalle Regioni, nonché di evidenza di ulteriori e pressanti esigenze. Alle risorse che rischiano di rimanere inutilizzate eventualmente si potrebbe aggiungere un ulteriore contributo statale al fine di far fronte in tempi brevi e comunque entro il mese di ottobre alle esigenze specifiche emerse nel corso del 2015 in particolare dalle Città metropolitane e dai Comuni gravati da oneri eccezionali che non hanno potuto trovare soddisfazione attraverso gli strumenti ordinariamente disponibili, nonché quelle realtà che hanno a disposizione consistenti avanzi utili per il completamento di investimenti.

I punti sottoposti all’attenzione dei Ministeri coinvolti e delle Regioni hanno trovato ampia condivisione e nei prossimi giorni verrà valutata ogni possibilità di intervento anche sulla base di un monitoraggio territoriale su base regionale, relativo alla dimensione delle richieste degli enti locali e dell’utilizzo delle risorse residue.

Negli anni scorsi il contributo in eccesso fornito dal comparto comunale è stato cospicuo, per effetto – in particolare – dell’incertezza indotta dalle continue modifiche delle norme finanziarie e della conseguente impossibilità di programmare adeguatamente la gestione di cassa. L’Anci ritiene essenziale che nelle attuali condizioni di sofferenza finanziaria tutti i soggetti preposti alla gestione del Patto di stabilità assumano responsabilmente ogni iniziativa necessaria per il pieno utilizzo delle risorse disponibili.

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E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.180 del 5-8-2015, in esecuzione di quanto previsto dall’art. 1, comma 540, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (Legge di stabilità 2015), il Decreto 28 luglio 2015 del Ministero dell’Interno avente ad oggetto “Modalità e i criteri per l’erogazione del contributo in conto interessi in favore di Comuni, Province e Città metropolitane sui mutui assunti nel 2015 per operazioni di indebitamento”.

Con il comma 540 della legge di stabilità 2015 è stato istituito nello stato di previsione del Ministero dell’Interno un fondo finalizzato alla concessione di un contributo in conto interessi su operazioni di indebitamento attivate nel 2015, con periodo di ammortamento decorrente dal 1° gennaio 2016. Per l’anno 2016 la dotazione del fondo è pari a 125 milioni di euro e per ciascuno degli anni dal 2017 al 2020 a 100 milioni di euro.

In base a quanto previsto dall’art. 3 del decreto “la quantificazione del contributo annuale e degli interessi di pre-ammortamento, che deriva dai fondi erariali stanziati e dal numero degli enti che ogni anno ne hanno diritto, sarà assicurata nel limite massimo dei richiamati fondi. Qualora il fondo risultasse insufficiente alla copertura delle richieste pervenute il contributo è assegnato mediante riparto del fondo stesso secondo il criterio proporzionale, ovvero sulla base dei criteri di riparto che saranno oggetto di accordo nella Conferenza Stato-citta' ed autonomie locali”.

La certificazione dovrà essere compilata esclusivamente nel periodo nel periodo dall’1 marzo 2016 al 31 marzo 2016.

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E’ disponibile sul sito web della Ragioneria generale dello Stato, all’indirizzo:  http://pattostabilitainterno.tesoro.it, il modello per effettuare la comunicazione ai fini della riduzione della sanzione di cui all’articolo 31, comma 26, lettera a), della legge 12 novembre 2011, n. 183, da applicare agli enti locali che non hanno rispettato il patto di stabilità interno per l’anno 2014, in attuazione dell’articolo 1, comma 164, della legge 13 luglio 2015, n. 107.
L’importo della predetta riduzione è commisurato ai pagamenti per interventi di edilizia scolastica sostenuti nel corso dell’anno 2014, purché non già oggetto di esclusione dal patto di stabilità interno 2014.
Le comunicazioni dovranno pervenire, da parte degli enti locali che non hanno rispettato il patto di stabilità interno per l’anno 2014, esclusivamente mediante il sistema web della Ragioneria generale dello Stato, entro e non oltre la data del 31 luglio 2015.
 
Sulla base delle predette comunicazioni, saranno individuati gli importi delle riduzioni da applicare ai sensi della richiamata disposizione, fino a concorrenza dell’importo della sanzione stessa.

Si ricorda che gli importi devono essere inseriti in euro.
Eventuali quesiti di natura amministrativa possono essere inviati all’indirizzo , mentre eventuali quesiti di natura informatica possono essere inviati all’indirizzo .

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La Commissione Arconet, in risposta ad un quesito formulato dal Comune di Arezzo, ha chiarito definitivamente obblighi, date e scadenze della salvaguardia degli equilibri di bilancio prevista dall’articolo 193 del Testo Unico, aggiornato con il decreto legislativo n. 126/2014. Il decreto n. 126/2014, anzitutto, che modifica il comma 2 dell’articolo in commento, elimina l’obbligo per gli enti locali di provvedere alla ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi con delibera consiliare. Il legislatore, anticipando la data entro la quale il Comune deve provvedere alla verifica del mantenimento degli equilibri di bilancio, non riporta più l’obbligo di adottare contestualmente la delibera di ricognizione da sempre prevista entro il 30 settembre.

La verifica dello stato di attuazione dei programmi rappresenta, in ogni caso, un tassello fondamentale nel ciclo della programmazione dell’ente. Il legislatore, infatti, prevede in ogni caso, per i Comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti (articolo 147-ter, comma 2 del Testo Unico), l’obbligo di effettuare periodiche verifiche circa lo stato di attuazione dei programmi. Pur non essendo più obbligatoria una data entro la quale effettuare la ricognizione, la Commissione Arconet ritiene che essa debba essere effettuata entro la data di adozione del DUP. La verifica dei programmi è, in effetti, precondizione fondamentale per affrontare la nuova programmazione per il triennio successivo e deve pertanto avvenire prima dell’approvazione del DUP, che è lo strumento di programmazione individuato dai nuovi principi contabili.

Il principio applicato alla programmazione prevede, poi, che lo schema di delibera di assestamento di bilancio, comprendente lo stato di attuazione dei programmi e il controllo della salvaguardia degli equilibri di bilancio, debba essere presentato in Consiglio entro il 31 luglio di ogni anno (punto 4.2, lett. g). La Commissione Arconet sta valutando l’opportunità di una modifica al principio della programmazione, al fine di renderlo coerente con il dettato del Testo Unico: così, al punto 4.2 lett. a) verrebbe esplicitata la considerazione secondo cui la verifica dello stato di attuazione dei programmi debba essere presentata al consiglio unitamente al DUP e non più congiuntamente alla delibera di assestamento del bilancio e al controllo della salvaguardia degli equilibri (come attualmente previsto dal principio al punto 4.2 lett. g). In attesa della modifica al principio, si ritiene che, in assenza di obbligo normativo e sulla base delle stesse indicazioni della Commissione, per l’anno 2015 la verifica sullo stato di attuazione dei programmi possa essere attuata entro il 31 ottobre.

A regime, quindi, in vigenza dell’articolo 147-ter del Testo Unico che prevede, per i Comuni con oltre 15mila abitanti, l’elaborazione di rapporti periodici da sottoporre all'organo esecutivo e al consiglio per la successiva predisposizione di deliberazioni di ricognizione dei programmi, si può ritenere che la verifica dello stato di attuazione dei programmi e il DUP per la programmazione successiva siano proposti al Consiglio con un unico atto deliberativo entro il termine del 31 luglio, come previsto dal vigente Testo Unico.

In merito alla salvaguardia degli equilibri di bilancio, l’articolo 193 del Testo Unico conferma l’obbligo della verifica entro il 31 luglio a cura dell’organo consiliare. Per il 2015, in attesa che si esprima il Ministero dell’Interno, si ritiene che per gli enti che hanno provveduto all’approvazione del bilancio di previsione a decorrere dal 1° luglio 2015, è sufficiente dare atto del mantenimento degli equilibri di competenza (accertamenti e impegni), di cassa (incassi e pagamenti) e della gestione residui direttamente nell’atto di approvazione del bilancio previsionale stesso. Per gli enti, invece, che hanno approvato il bilancio di previsione si ritiene di confermare l’obbligo del provvedimento, salvo il pronunciamento del Ministero dell’Interno che potrebbe indicare una diversa data limite oltre la quale l’obbligo non sussiste. 

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