Dialogo con Vitandrea Marzano, Dirigente dello staff del Sindaco del Comune di Bari e Luca Torri, Amministratore Delegato STU Reggiane Parco dell’Innovazione e della Ricerca del Comune di Reggio Emilia
La logica utilizzata dai Comuni per pensare e realizzare le loro attività e funzioni è sempre meno autoreferenziale, grazie a tante forme di compartecipazione e partenariati incentivati anche da recenti normative. Il confronto con diversi portatori di interesse, nei diversi momenti di ideazione, progettazione e attuazione, consente di avere una lettura più articolata dei bisogni e risposte più efficaci, così come i partenariati pubblico-privati favoriscono il finanziamento e la gestione di servizi e infrastrutture di interesse collettivo che non potrebbero essere realizzati con investimenti esclusivamente pubblici.
Ma quand’è che un progetto pubblico può diventare attrattivo e interessante per altri attori del territorio? Come si possono co-responsabilizzare i partner all’interno di un progetto utile all’intera comunità? E quali sono gli strumenti giuridici da utilizzare per definire questi accordi?
Le normative che si sono succedute in questi anni riguardo le funzioni comunali e l’esercizio delle stesse, hanno alla base riferimenti impliciti a diversi modelli d’azione delle amministrazioni locali: negli anni ’90 l’idea dell’efficacia e della conseguente efficienza ha portato a spingere sulla gestione manageriale degli enti e su forme di gestione di stampo sempre più privatistico e, progressivamente, nel corso degli anni 2000, è andata aumentando l’esigenza dell’efficientamento della macchina pubblica cioè della riduzione della spesa pubblica, con una progressiva dismissione (di investimenti, di competenze, di personale, di staff interni, ecc.) e con esternalizzazioni che oggi mostrano, da tanti punti di vista, i loro lati negativi.
Oggi, in era di PNRR, sembra che si possa, anzi che si debba, recuperare un nuovo equilibrio tra efficacia dell’azione pubblica ed efficienza della stessa: la grande complessità da affrontare e gli oneri che ne conseguono, hanno fatto riportare l’attenzione sull’esercizio della cittadinanza attiva come valore e come produttore di valore, così come è stata recuperata la focalizzazione sul ruolo dell’azione del Comune che deve essere sempre e comunque orientata al bene comune, anche quando la gestione operativa venga affidata a soggetti esterni. Per questo teorie e modelli recenti ripensano all’azione pubblica esercitata dai Comuni (in quanto enti prossimi ai cittadini e ai territori) come ad un’azione ecosistemica e sinergica con gli altri attori-chiave: le imprese, le altre istituzioni, i cittadini, le associazioni, ecc. Per definire questo nuovo orientamento generativo dell’azione amministrativa, possiamo attingere all’idea di amministrazione condivisa proposta nel Codice del Terzo settore, ampliando il ricorso agli strumenti tracciati dal Codice oltre gli attori del Terzo settore e verso tutte le diverse forme di collaborazione e co-creazione che i Comuni e gli altri attori del territorio (istituzionali e non) attivano o possono attivare. Perché è vero che i Comuni svolgono un ruolo-chiave nei processi di cambiamento e di sviluppo dei territori ma, evidentemente, non sono i soli attori responsabili della crescita del territorio e del benessere delle persone, delle comunità e dell’ambiente. Sono diversi, quindi, i portatori di interesse che –a vario titolo- possono intervenire nelle fasi di ideazione, progettazione, attuazione, gestione, valutazione delle politiche e dei servizi.
L’esercizio della cittadinanza e la creazione di valore condiviso (che fa l’interesse anche dei privati profit) è anche questo: interiorizzare e affrontare insieme i cambiamenti del quartiere, degli spazi pubblici e, in generale, della città in cui si vive, si lavora, si studia, si produce, ecc. In questo senso, quindi, le diverse forme di partenariato pubblico-privato e le forme di co-progettazione con gli attori del Terzo settore sono processi che –pur facendo riferimento a due strumenti giuridicamente diversi- rappresentano entrambi interventi concertati e strumenti di condivisione di responsabilità tra Comune e altri attori. Anche la compravendita di alcuni spazi pubblici da parte di attori privati può rientrare in questa idea di amministrazione condivisa se, come spiega Luca Torri nell’intervista, le aziende che acquistano sono in grado di partecipare ad un certo tipo di progetto e aderiscono alla “causa comune”, trovando anche tornaconto adeguato alle loro esigenze.
Il processo di coinvolgimento dei portatori di interesse (siano essi imprese, associazioni o semplici cittadini) va fatto fin dall’avvio del percorso di creazione di visioni comuni: per definire insieme da quali bisogni partire, quali sono gli elementi di contesto da tenere in considerazione, ecc. Questo primo momento di condivisione mitiga il conflitto che può nascere dalle diverse posizioni dei portatori di interesse, riduce l’incertezza di chi viene coinvolto in questi processi e può diventare la vera chiave del successo dell’iniziativa. A una condizione però: che non si violi il patto di fiducia sul quale si basa la possibilità di negoziare le posizioni dei diversi portatori di interesse verso un cambiamento che sia sempre più condiviso.
Alla base di un buon partenariato e di una buona co-progettazione dobbiamo collocare la fiducia che nasce e si consolida attraverso diverse vie:
Il successo di iniziative cogenerative, soprattutto partendo dalla scala minima dei quartieri (come fanno tutte le città medie e grandi), dipende principalmente “dalla capacità di costruire una visione condivisa”. Solo in un secondo momento arrivano gli accordi formali e gli strumenti che saldano i patti che l’amministrazione comunale definisce con i diversi portatori di interesse.
Tutti gli strumenti amministrativi messi in campo per suggellare e mettere in opera una co-progettazione o un partenariato con attori privati, sono strumenti che devono essere scelti all’interno di un programma di lungo periodo e nel rispetto della natura giuridica che hanno gli attori coinvolti: diverso, infatti, è che si tratti di riqualificare grandi immobili, oppure di lavorare sull’engagement giovanile, sul coinvolgimento delle famiglie molto vulnerabili, sull’inclusione di migranti, sulla riqualificazione di piazze e spazi pubblici, sull’emersione della classe universitaria, sulla riconversione economico-commerciale, .. . Ogni obiettivo richiede l’uso di strumenti diversi. L’elenco fatto da Vitandrea Marzano durante l’intervista è esemplare: per i Centri Famiglia che lavorano con le famiglie vulnerabili non si possono usare strumenti come il PPP, che scaricano i rischi della gestione sulle famiglie stesse, quindi in quel caso sono stati utilizzati contratti di gestione di servizi; per affidare la gestione degli immobili a gruppi informali di ragazzi sono stati siglati patti di collaborazione; contratti di PPP con un fondo immobiliare privato sono stati invece utilizzati per la riqualificazione della ex manifattura tabacchi; sono poi state sperimentate forme di cooperazione orizzontale molto leggere che sono i consorzi di quartiere, supportati da grant cioè da forme di microcontribuzione; la sperimentazione dell’incentivazione commerciale con quote di co-finanziamento variabile a seconda delle strade e degli obiettivi di rigenerazione”.
Gli accordi formali preventivi, che cioè sono sottoscritti sulla base di una non meglio definita, negoziata e specificata intenzione, rischiano di essere inconcludenti. E’ di sicuro esperienza troppo diffusa quella che fa proliferare protocolli di intesa che restano un’intenzione e non escono dai cassetti nei quali vengono depositati dopo la sottoscrizione. “Gli accordi che funzionano nascono dopo che il progetto è stato definito e sono chiari i confini degli accordi che poi successivamente ha senso formalizzare”.
Le immagini dei due video di Bari e Reggio Emilia possono aiutare a visualizzare che tipo di valore pubblico e condiviso si produce dall’azione co-progettate e co-realizzate e da buoni partenariati pubblico-privati.
Video Reggio Emilia
Video Bari
Presentato dalla Fondazione IFEL “L’altra faccia della luna. Comuni ai margini tra quotidianità e futuro” (Rubbettino). Realacci (Fondazione Symbola): “Scommettiamo sulla qualità dei territori per competere anche a livello globale”. Mandorino (Cittadinanzattiva): “Necessaria l’alleanza tra territori marginali e non per garantire pari diritti a tutti i cittadini”
“Dopo quasi due anni e mezzo di pandemia, lo sforzo che sta facendo il nostro Paese è rivolto non solo a riparare gli argini per assicurare una convivenza civile e sicura, ma è proteso a ricostruire su più solide basi l’intero ordinamento economico e sociale nazionale”. Così Alessandro Canelli, delegato alla finanza locale e Presidente di IFEL alla presentazione del volume, di Rubettino editore, “L’altra faccia della luna. Comuni ai margini tra quotidianità e futuro” organizzato da IFEL alla presenza dei curatori dell’opera Francesco Monaco e Walter Tortorella. “Dal punto di vista economico e sociale le crisi in atto, la guerra in Ucraina non da ultima, hanno il volto delle gravi disparità di reddito e di accesso ai diritti di cittadinanza – ha precisato il Sindaco di Novara - che continuano a registrarsi, acuendosi, fra le diverse aree del nostro Paese: non solo fra Nord e Sud, ma fra aree interne e poli di erogazione di servizi, centri urbani e periferie marginalizzate, territori deindustrializzati e campagne spopolate, donne ed uomini, vecchie e giovani generazioni. Il processo in corso non riguarda soltanto piccoli comuni e aree montane, ma anche le città, in particolare le loro aree periferiche”.
Durante la presentazione Ermete Realacci, Presidente Fondazione Symbola, ha raccontato la sua esperienza sia come parlamentare che ha portato avanti la legge sui piccoli comuni fino all’approvazione sia come Presidente della Fondazione. “Cosa i piccoli comuni possono fare per l’Italia è la domanda corretta, non il contrario – ha dichiarato Realacci - Dobbiamo scommettere sulla qualità dei nostri territori e dei nostri prodotti, passando per l’offerta turistica, come il lavoro fatto sui cammini”. Realacci ha inoltre ricordato che “uno degli obbiettivo che si è raggiunto con la legge sui Piccoli comuni che porta il mio nome è stato quello di interrompere la chiusura degli sportelli postali nei piccoli comuni costruendo un accordo importante con Poste italiane, intervento che oggi dovrebbe essere incentivato nei confronti della chiusura degli sportelli bancari come riportato oggi dalla stampa”.
Anna Lisa Mandorino, Segretaria Generale Cittadinanzattiva, invece ha raccontato l’esperienza delle associazioni di volontario ponendo un problema di diritti nella sostenibilità e debolezza per alcune realtà locali nell’erogazione dei servizi ai cittadini. “L’impegno che in questi anni si è cercato di avere nelle aree marginali è stato quello di accorciare le differenze territoriali. Quelli che in alcune zone risultano essere diritti acquisiti per i cittadini per altre zone e territori più fragili e marginali sono diritti di cittadinanza che rischiamo di essere negati e determinano delle disuguaglianze importanti - ha dichiarato – La pandemia ha fatto venire fuori le fragilità che conosciamo ma facendone venir fuori nuove e nuovi bisogni. Ma la stessa pandemia ci ha mostrato il protagonismo delle piccole comunità: iniziative dedicate alle aree interne, legate ad esempio a telemedicina e farmacie di comunità, sono diventate ispiratrici anche per realtà più ampie. Attraverso la SNAI stiamo cercando di rimettere l’attenzione sui servizi essenziali partendo dalla salute fino ad arrivare alla mobilità. Oggi siamo più consapevoli”.
Presenti i curatori dell’opera che il frutto di un racconto a 28 voci sull’universo di migliaia di Comuni ai margini, fragili, interni, montani che fanno del nostro Paese un unicum per biodiversità e varietà territoriale.
Una riflessione ragionata sui Comuni e sul PNRR a poche settimane dalla conclusione dell'evento Missione Italia tenutosi a Roma lo scorso 22 e 23 giugno: il numero di luglio di ComunicareMagazine, la rivista di ANCI Comunicare, oltre ai contributi di rilevanza politica e istituzionale tra cui quello del Presidente ANCI Antonio Decaro e del Presidente IFEL Alessandro Canelli, ospita tre articoli di approfondimento degli esperti IFEL sul tema.
Nell'articolo Comuni e PNRR: ruolo e modalità di partecipazione all'attuazione, gli esperti di IFEL Francesco Monaco e Barbara Becchi analizzano un’analisi del ruolo e delle modalità di partecipazione dei Comuni al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza mentre nel pezzo Piattaforma Easy: il supporto IFEL all'attuazione degli investimenti comunali Francesco Monaco e Federico Sartori presentano le principali caratteristiche della piattaforma per la semplificazione dei processi degli investimenti comunali in opere pubbliche.
Infine, nell'approfondimento "La banca delle terre nel progetto Sibater: supporto istituzionale ai territori e investimenti PNRR, Simona Elmo e Francesco Monaco approfondiscono il tema della banca delle terre in relazione alle opportunità del PNRR.
Il numero completo della Rivista è consultabile e scaricabile qui.
Si terrà il 27 luglio in diretta streaming alle ore 17:00 l’evento di presentazione del volume: "L'altra faccia della Luna - Comuni ai margini tra quotidianità e futuro", curato da Francesco Monaco e Walter Tortorella di IFEL, edito da Rubbettino.
Un volume a più voci, 28 gli autori coinvolti, dedicato alle migliaia di Comuni ai margini, fragili, interni, montani che fanno del nostro Paese un unicum per biodiversità e varietà territoriale.
IL VOLUME
Il testo offre uno spaccato sulle condizioni strutturali e organizzative in cui si trovano tali Comuni e nasce dalla testimonianza concreta di un gruppo di esperti, operatori, studiosi, analisti, rappresentanti di soggetti associativi, che hanno voluto raccontare la ricchezza di tali territori ma anche i problemi, in primis il grave indice di spopolamento che Gian Carlo. Blangiardo, Presidente ISTAT, nel suo saggio, chiama inverno demografico.
Introdotto dal Presidente IFEL e Sindaco di Novara Alessandro Canelli, il libro si articola in quattro parti:
Nella prima parte si discute di dimensione territoriale delle marginalità, affrontando metodi di analisi e prospettive di sviluppo dei sistemi locali nonchè il tema della fragilità finanziaria e dei fenomeni di polarizzazione che si stanno registrando nei bilanci degli enti locali. Seguono altri saggi che affrontano il rapporto centralità\perifericità e fragilità ambientali.
La seconda e la terza parte sono costituite da focus specifici sui vari temi di interesse: i servizi di cittadinanza, la scuola, la medicina di prossimità, la mobilità sostenibile, l’innovazione digitale, i modelli organizzativi, il lavoro e lo smart working, la gestione dei beni comuni, la transizione ecologica e le comunità energetiche e la banca delle terre pubbliche.
La quarta parte, infine, oltre ad una riflessione sul contributo che i giovani possono dare al rilancio delle aree interne, offre una ricognizione dei principali interventi di supporto che già si stanno realizzando a favore dei Comuni marginali: dal Progetto AttiVaree a SiBater, dal Progetto di supporto ai piccoli comuni di ANCI, al Progetto CreAree, per chiudere con Riabitare l’Italia.
COME PARTECIPARE
La partecipazione alla presentazione è libera. Sarà sufficiente cliccare su questo link alle ore 17 del 27 luglio per seguire l'evento.
GUARDA IL VIDEO DELL'EVENTO
Si terrà il giorno 22 luglio a Roma dalle ore 10:30 alle 13:00, il seminario dal titolo: Il progetto di Piano Strategico PAC (PSP) 2023-2027: opportunità di sostegno per valorizzazione terre abbandonate, promosso nell'ambito del progetto SIBaTer - supporto istituzionale Banca della terra.
IL TEMA
Con l’approvazione in Conferenza Stato-Regioni del progetto di Piano Strategico della PAC (PSP) 2023-2027, il seminario intende proporre una riflessione sulle opportunità offerte dal nuovo PSP per il sostegno di interventi di recupero e valorizzazione di terre abbandonate, integrati in strategie di sviluppo territoriale promosse dai Comuni che si trovano in aree rurali e montane.I temi collegati alla valorizzazione delle terre trovano spazio già nelle dichiarazioni strategiche iniziali sulla nuova PAC in riferimento al tema dei giovani e dell’attrattività delle aree rurali, ovvero alcuni degli obiettivi delle banche delle terre, menzionate infatti tra gli strumenti in grado di favorire l’accesso alla terra, soprattutto in relazione all’attrazione dei giovani agricoltori e di altri nuovi agricoltori.
IL PROGRAMMA
Apertura lavori
Simona ELMO, Dipartimento Supporto ai Comuni e Studi Politiche europee IFEL
Relazione introduttiva “Il quadro programmatico del nuovo PSP 2023-2027 e la banca delle terre”
Enrico D'ANGELILLO, Esperto Politiche di Sviluppo rurale (ISRI – Istituto di Studi sulle Relazioni industriali)
Tavola rotonda “Nuovo PSP e opportunità di sostegno per interventi di valorizzazione di beni abbandonati e strategie di sviluppo territoriale”
Coordina
Barbara BECCHI, Esperta indipendente Fondi strutturali e di investimento europei
Partecipano
Adolfo COLAGIOVANNI, Direttore GAL Molise Verso il 2000
Fausto DE MARIA, Sindaco Comune di Latronico (PZ)
Alex GIORDANO, Direttore Scientifico Programma Societing 4.0/Rurali Hack
Franco MANTINO, Ricercatore Senior CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria)
Adelina PICONE, Coordinatrice Master ARÌNT, DiARC, UNINA
Elena TORRI, Program Manager Progetto CreAree
Conclusioni
Francesco MONACO, Responsabile Dipartimento Supporto ai Comuni e Studi Politiche europee IFEL
COME PARTECIPARE
Sarà possibile seguire il seminario in presenza o in videoconferenza.
Per partecipare in presenza scrivere a
Per partecipare via ZOOM https://zoom.us/j/92181987610?pwd=UmlHd1dqY2ZQU0dsVEIyMmk0bTZvQT09
ID riunione: 921 8198 7610
Passcode: 290554