Ultimo aggiornamento 30.04.2025 - 18:13
Mariangela Parenti

Mariangela Parenti

Nell'ambito dell'Osservatorio Nazionale RUP, istituito dalla PNRR Academy, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, IFEL-Fondazione ANCI, SNA, ITACA, in collaborazione con ANAC, CONSIP e la Rete degli Osservatori regionali dei contratti pubblici, invitano tutti i RUP a rispondere alla “Indagine RUP 2023”, volta a raccogliere suggerimenti e proposte da parte dei Responsabili Unici del Procedimento italiani in merito alla gestione degli appalti e delle concessioni di lavori pubblici, forniture e servizi e all’attuazione degli interventi, con un’attenzione particolare alle principali criticità che vengono riscontrate per ciascuna fase del procedimento e alle competenze possedute e necessarie per lo svolgimento delle proprie attività.

Per partecipare alla rilevazione si può rispondere dal 6 al 28 febbraio 2023 al questionario anonimo disponibile a questo link.

I risultati, trattati in forma aggregata, confluiranno in un rapporto di ricerca specifico di cui verrà data ampia diffusione e contribuiranno alla definizione dei percorsi formativi, destinati al personale delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza, erogati dalla PNRR Academy in materia di contratti pubblici, anche in attuazione della strategia professionalizzante.

In caso di problemi o difficoltà nella compilazione del questionario è possibile scrivere ai seguenti indirizzi e-mail specificando sempre il nome del proprio ente di appartenenza:

  • per questioni contenutistiche relative alla compilazione del questionario scrivere ad  
  • per problemi di natura esclusivamente tecnica scrivere ad  . 
Lo scorso 26 gennaio si è chiusa la XI Conferenza IFEL, tre giorni di approfondimento e confronto sulla finanza e l'economia locale che ogni anno la Fondazione organizza coinvolgendo esponenti del governo, amministratori, studiosi, dirigenti pubblici. 
 
Sul sito Conferenza.fondazioneifel.it sono disponibili le relazioni tecniche e gli interventi presentati nel corso della manifestazione.
I video integrali delle tre sessioni sono disponibili anche sul sito Conferenza.fondazioneifel.it e sul nostro canale Youtube insieme alle video interviste ai protagonisti della manifestazione.
 
GUARDA I VIDEO INTEGRALI DELLE SESSIONI



II SESSIONE -  PNRR e non solo: il quadro delle risorse

III SESSIONE - Investimenti: criticità da superare, nodi da sciogliere 

 

 

Nell'ambito del Piano nazionale di formazione per l'aggiornamento professionale del responsabile unico del procedimento (RUP) - annualità 2022-23 - in collaborazione con il Ministero Infrastrutture e Trasporti (MIT), ITACA e IFEL , la SNA avvia una procedura per la ricerca e la selezione di Master universitari di II° livello, finalizzati a garantire la formazione specialistica in materia di contratti pubblici a personale dipendente delle Pubbliche Amministrazioni idoneo al conferimento dell'incarico di RUP delle stazioni appaltanti e centrali di committenza, di ambito nazionale e territoriale , tramite l'erogazione di contributi alle spese di iscrizione.

Le borse di studio verranno ripartite tra le Università accreditate tenendo conto del criterio di ubicazione territoriale:

  • Alle università ubicate nel nord Italia, che comprende le regioni del Nord-Ovest(Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta) e quelle del Nord-Est (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Veneto) verranno concesse un numero massimo di 10 borse di studio;
  • Alle università ubicate nel centro Italia, che comprende le regioni Lazio, Marche, Toscana ed Umbria verranno concesse un numero massimo di 10 borse di studio;
  • Alle università ubicate nel sud Italia, che comprende le regioni dell'Italia Meridionale (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia) e quelle dell'Italia insulare (Sardegna, Sicilia) verranno concesse un numero massimo di 10 borse di studio.

Il contributo alle spese di iscrizione prevede fino ad un massimo di 6.500 euro per ciascun dipendente ammesso alla frequenza. Il contributo complessivo finanziato prevede la partecipazione complessiva per i tre ambizioni territoriali di massimo 30 discenti. 

E' possibile prendere visione e scaricare il bando completo al seguente link Avviso Master appalti 2023.

È possibile presentare le proposte formative utilizzando il modulo disponibile dal seguente link utilizzando il  browser Google Chrome:  master.sna.gov.it

Nella terza giornata dei lavori della XI Conferenza della Fondazione l’intervento del Ministro della Pubblica Amministrazione Zangrillo.

I lavori sono stati introdotti dalla relazione tecnica di Francesco Monaco, Responsabile Dipartimento Supporto ai Comuni e Studi politiche europee IFEL.

La considerevole mole di risorse a disposizione per investimenti pubblici territoriali chiama la pubblica amministrazione italiana ad una sfida di portata storica. Sono note le difficoltà della nostra burocrazia, ad ogni livello, nazionale reginale e locale. Non manca di ricordarcele ogni volta la Commissione UE nei suoi rapporti Paese che, nell’ambito del ciclo di bilancio europeo, restituisce annualmente il quadro dei principali fattori di ritardo e inefficienza dell’azione pubblica. Anche i rating internazionali che ne misurano l’efficacia confermano i problemi in chiave comparativa. Pesano, in particolare, le incertezze dovute ad un contesto normativo sempre in evoluzione (vedi vicende del codice dei contratti pubblici, in continuo rimaneggiamento) nonché le riforme incompiute, sia sul versante del decentramento amministrativo (gestioni associate, ente intermedio, agenzie pubbliche) sia per quanto concerne la distribuzione dei poteri e delle competenze (federalismo differenziato). Infine, c’è il fardello della sempre prolifica legislazione primaria e iper-normazione secondaria, che rende sempre attuale l’obiettivo della semplificazione. Sebbene la PA italiana sia impegnata, in questa fase, in un profondo processo di riassetto traguardato al conseguimento di target entro il 2026, grazie alle ingenti risorse messe a disposizione dal PNRR per l’obiettivo della transizione digitale, le sfide che attengono la “messa a terra” degli investimenti non possono essere dilatate nel tempo e devono essere affrontate subito.

I Comuni, solo sul fronte PNRR, secondo stime ANCI-IFEL e RGS, sono destinatari di risorse pari a circa 40 miliardi di euro. Tali risorse sono collegate a 45 investimenti (fra PNRR e Piano complementare), rispetto ai quali gli enti locali hanno le responsabilità di soggetti attuatori. In questa veste, essi accedono ai finanziamenti partecipando ai Bandi/Avvisi emanati dai Ministeri competenti per la selezione dei progetti, ovvero ai provvedimenti di riparto fondi ove previsto; ricevono, di norma, direttamente dal MEF le risorse occorrenti per realizzare i progetti, mediante versamenti nei conti di tesoreria, salvo il caso di risorse già giacenti sui capitoli di bilancio dei Ministeri; devono poi rispettare gli obblighi di monitoraggio, rendicontazione e controllo e concorrere al conseguimento di traguardi e obiettivi associati al progetto e realizzare gli interventi nel rispetto delle norme vigenti e delle regole specifiche stabilite per il PNRR(es. DNSH, spese entro il mese di giugno 2026,ecc.); infine, devono prevenire e correggere eventuali irregolarità e restituire le risorse indebitamente utilizzate. Insomma, un carico importante di adempimenti e responsabilità.

Ma con quale “esercito” i Comuni affrontano la sfida dell’attuazione del PNRR? Come sappiamo il personale comunale negli ultimi 12 anni si è ridotto di oltre un quarto di unità e sarà ulteriormente interessato dai pensionamenti dei prossimi 5 anni stimabile con l’uscita di oltre un sesto dell’attuale dotazione. Pesa nel mancato rinnovamento, il blocco delle assunzioni dell’ultimo decennio. L’età media supera i 50 anni. Le competenze sono datate e non aggiornate alle nuove esigenze delle transizioni ambientale e digitale.

In verità, deroghe sono state accordate di recente per aumentare le capacità assunzionali dei Comuni; sono state messe a disposizione task force di esperti; sono state altresì mobilitate alcune agenzie pubbliche per fornire supporto di sistema; il nuovo programma di assistenza tecnica della politica di coesione (PON CAP COE) è indirizzato a rafforzare la capacità amministrativa di autorità di gestione e soggetti attuatori, anche di interventi PNRR.

Il sistema ANCI-IFEL è impegnato assiduamente, in collaborazione con l’amministrazione di coordinamento (MEF) ed ad alcuni ministeri responsabili di missione (soprattutto MINT, ma non solo) ad offrire formazione e servizi di supporto.

Non sappiamo se la sfida sarà vinta, a volte l’impresa sembra oltremodo gravosa per le forza in campo, le quali andrebbero strutturalmente potenziate con una massiccia immissione in ruolo di giovani motivati e preparati. Quello che è certo è il forte impegno di tutti.

La seconda giornata dei lavori della XI Conferenza IFEL racconta gli scenari futuri degli investimenti pubblici.

Nel corso della mattinata le relazioni e gli interventi di: Walter Tortorella, Responsabile Dipartimento economia locale e formazione IFEL, Giampaolo Arachi, Ufficio Parlamentare di Bilanicio e Antonio Colaianni, Direttore Centrale Finanza Locale MIistero dell'interno e il dibattito con gli amministratori.

Dopo un lungo periodo di grande incertezza per la finanza pubblica italiana in generale, e comunale in specie, l’Italia fa registrare per i prossimi anni un parziale ritorno alla continuità delle poste finanziarie utili a sostenere la crescita e lo sviluppo. Un quadro di finanza pubblica alimentato prevalentemente da risorse straordinarie certe e continuative a fronte, tuttavia, di un futuro stretto tra nuove regole del Patto di stabilità ed un contesto macroeconomico fluido.

Oltre a rilevanti “risorse ordinarie” in pancia alle amministrazioni con importanti avanzi finanziari, si tratta prevalentemente delle “risorse straordinarie” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nonché di quelle derivanti dalla Politica di coesione fissate nel nuovo Accordo di Partenariato. Queste rappresentano ormai per l’intero Paese, e per il Mezzogiorno in particolare, una delle principali fonti finanziarie per alimentare gli investimenti con risorse concrete e non poste finanziare allocate in leggi di bilancio dalle coperture incerte.

Per gli enti locali, e per i comuni nello specifico, costituiscono una voce fondamentale per investimenti di medio-lungo periodo per troppo tempo assenti dalle scelte di crescita e sviluppo locale. D’altra parte, il ciclo finanziario tra entrate e uscite è entrato in un loop a rendimenti decrescenti da molto prima del Covid 19 e dal conflitto in Ucraina. Ha origini lontane e riguarda buona parte dei Paesi europei. È dall’inizio degli anni ’80 che sosteniamo il ciclo economico nella sua componente della domanda aggregata relativa agli investimenti prima con il debito (che ha puntellato anche buona parte della spesa corrente) e oggi con il PNRR (che per i due terzi è sempre debito) e con le risorse della Coesione.

Appare evidente che le risorse della coesione, da ormai almeno due cicli di programmazione, assolvono sempre meno al loro ruolo di riequilibrio territoriale svolgendo una funzione meramente anticiclica che poco ha a che vedere con scelte di politica economica e/o industriale. Anzi nel periodo di programmazione 2021-2027 la geografia della coesione europea dell’Italia è cambiata, con il ritorno tra le regioni meno sviluppate del Molise e della Sardegna, e l’ingresso tra le regioni in transizione delle Marche e dell’Umbria. Un generale peggioramento della classificazione di alcune regioni che ha, però, comportato un aumento della dotazione di Fondi strutturali per l’Italia per il 2021-2027.

Di fronte a questo quadro complessivo di una quantità di risorse finanziarie mai così imponente nella storia repubblicana, i comuni sono chiamati ad operare su più fronti e in un contesto di regolamenti e regole (si pensi al nuovo Codice degli appalti) in continua evoluzione che delineano uno scenario articolato e un sistema di competenze in forte trasformazione. Resta che il personale comunale, già decimato negli ultimi 12 anni di oltre un quarto di unità sarà ulteriormente falcidiato dai pensionamenti dei prossimi 5 anni stimabile con  l’uscita di oltre un sesto dell’attuale personale. Ci troviamo così di fronte ad un nuovo paradosso: bilanci comunali con tanta spesa in conto capitale e pochissima, se non nulla, spesa corrente necessaria a sostenere le strutture operative dei comuni attraverso l’assunzione di personale qualificato e dare continuità funzionale agli investimenti realizzati.


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