Ultimo aggiornamento 20.05.2025 - 9:40
Amministratore IFEL2

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Nel 2014 le famiglie in Italia sono poco meno di 26 milioni, di cui oltre il 47% risiede nei comuni distribuiti nelle otto regioni settentrionali del Paese. Rispetto al 2004 si contano 2,9 milioni di nuclei familiari in più, con un incremento percentuale pari ad oltre il 10%. Se però da una parte si registra una crescita nel numero delle famiglie, dall’altra queste subiscono modifiche nella struttura interna. La denatalità, l’invecchiamento della popolazione e l’aumento dell’instabilità matrimoniale sono causa di strutture familiari più contenute: sono sempre più frequenti, infatti, nuclei monogenitoriali o coppie senza figli.

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Le fonti di energia rinnovabile rappresentano ormai un fattore chiave nella produzione di energia legata alla salvaguardia ambientale e alla tutela della qualità della vita. Per quanto riguarda la localizzazione degli impianti qualificati in esercizio nel territorio italiano, i comuni lombardi e piemontesi presentano i dati più elevati: in queste regioni si trovano rispettivamente il 16,1% e il 13,0% del totale degli impianti presenti sul territorio nazionale.

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A conferma del fatto che l’Italia presenta il tasso di natalità più basso d’Europa, nel corso del decennio 2004-2014 si registra un decremento di tale indice, passato da 9,40 a 8,46 nati per 1.000 abitanti (-0,94). Il calo, nel periodo analizzato, è riscontrabile in particolare nei comuni dell’Italia meridionale, dato che dimostra il sostanziale mutamento che subiscono negli anni le dinamiche demografiche nel nostro Paese.

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Appena il 13,6% dei comuni italiani è amministrato da una donna. Tale percentuale, ancora piuttosto contenuta, rispecchia la più generale bassa incidenza femminile nel mondo delle istituzioni e nel mercato del lavoro italiano.
A livello regionale, quasi tutti i comuni del nord registrano una partecipazione femminile superiore alla media nazionale; infatti, sono i comuni dell’Emilia-Romagna a detenere la percentuale più elevata (il 20,9% dei sindaci è donna), seguono i comuni veneti (19%), quelli della Valle d’Aosta (17,6%) e del Piemonte (17,2%). Con una percentuale superiore al 16%, si individuano i comuni lombardi (16,4%).

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A marzo 2016, dei 7.740 sindaci che amministrano i comuni italiani, per i quali è resa nota la data di nascita, solo 408 risultano avere un’età pari o inferiore a 35 anni, il 5,3% del totale.

Nel nord del Paese, le amministrazioni comunali lombarde contano, in valore assoluto, la più alta concentrazione di giovani sindaci (85 unità), seguono i comuni piemontesi con 52 giovani a capo dell’amministrazione comunale e quelli dell’Emilia-Romagna (29).

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