Ultimo aggiornamento 30.04.2025 - 18:13

Con nota inviata ad ANCI l’Agenzia delle entrate informa che a partire dal 2015 verranno ridotti i quantitativi dei modelli fiscali 730/2015, Unico PF 2015 Fascicoli 1 e 2, al fine di contenere i costi derivanti da stampa e distribuzione dei modelli.

In particolare – comunica l’Agenzia – da quest’anno i modelli di dichiarazione verranno consegnati esclusivamente agli uffici comunali e non saranno più distribuiti né agli uffici delle pubbliche amministrazioni né agli uffici centrali e territoriali dell’Agenzia delle Entrate.

Non possiamo non osservare in proposito che, con la significativa riduzione del volume dei modelli distribuiti (-20%) e dei soggetti finora coinvolti nella distribuzione dei modelli fiscali, i Comuni figurano ora come unici distributori dei modelli stessi.

Si allega la comunicazione dell’Agenzia delle entrate.

 

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È in fase di perfezionamento il decreto che fissa modalità e termini di attuazione delle disposizioni in materia di scissione dei pagamenti (split payment), previste dall’articolo 1, comma 629, lettera b), della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità 2015). È quanto si legge nel Comunicato Stampa n. 7 del Ministero delle finanze, pubblicato lo scorso 9 gennaio sul sito del Ministero. 

La norma stabilisce che, per tutte le operazioni fatturate a partire dal 1° gennaio 2015, per le quali l’esigibilità dell’imposta si verifica successivamente a tale data, le pubbliche amministrazioni acquirenti di beni e servizi devono versare direttamente all’erario l’IVA che è stata loro addebitata dai fornitori.

Nel decreto di prossima pubblicazione si precisa anche che le amministrazioni pubbliche, nelle more dell’adeguamento dei propri sistemi informativi, e comunque non oltre il 31 marzo 2015, possono accantonare le somme occorrenti per il successivo versamento dell’imposta, che deve comunque essere effettuato entro il 16 aprile 2015.

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Si svolgerà l'11 dicembre, dalle 10:30 alle 12:15, il webinar organizzato da IFEL dedicato alla analisi della disciplina del Tributo sui servizi indivisibili (TASI) e alle principali criticità applicative segnalate dagli Uffici tributi dei Comuni. Al corso gratuito interverrà in qualità di relatore Pasquale Mirto, Dirigente del Settore Entrate Unione di Comuni, esperto in materia di fiscalità locale e consulente del Dipartimento Finanza Locale IFEL, al quale, grazie all'interattività del corso, sarà possibile porre quesiti.

È possibile iscriversi al webinar collegandosi al seguente link 

ISCRIVITI

Per garantire un'adeguata interazione via chat con il relatore, la partecipazione al seminario online è riservata ai primi 100 iscritti. Al raggiungimento del numero massimo di iscrizioni, il sistema non consentirà più di effettuare la registrazione online.
I materiali del seminario online e la registrazione integrale dell'evento saranno disponibili nella sezione materiali didattici del canale Formazione IFEL.

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Si riporta quanto già pubblicato sul sito dell’ANCI al seguente link:
http://www.anci.it/index.cfm?layout=dettaglio&IdSez=810122&IdDett=49547

 

Eccessivo ritardo della definizione della decurtazione di 350 milioni al Fondo di solidarietà, circa 4 mila Comuni potrebbero trovarsi nell’impossibilità di ottenere le compensazioni

"Una decurtazione al Fondo di solidarietà di 350 milioni, che potrebbe creare gravi criticità a 4 mila Comuni montani, soprattutto piccoli, impossibilitati ad incassare per tempo le dovute compensazioni con il gettito Imu sui terreni agricoli montani". E’ con questa motivazione che l’ANCI ha chiesto urgentemente al governo di riconsiderare gli effetti della revisione sulle esenzioni Imu operata a seguito dell’articolo 22 del Dl 66/2014.

"Per effetto di questa norma e dopo la pubblicazione delle stime avvenuta nei giorni scorsi, infatti, i Comuni interessati subiranno una decurtazione certa di 350 milioni di euro del Fondo di solidarietà comunale, senza avere però la reale possibilità di recuperare per tempo quei fondi attraverso il pagamento dell’Imu da parte dei proprietari dei terreni agricoli. La cifra è stata definita considerando una stima sui maggiori introiti che i Comuni dovrebbero incassare proprio a fronte della revisione delle esenzioni Imu. Ma - sottolinea l’ANCI - è stato anche definita con grave ritardo, a ridosso della chiusura dell’anno, e basandosi su criteri per la determinazione delle stime quanto mai incerti. Tutto ciò provoca una serie di effetti sui bilanci dei Comuni che potrebbero risultare insostenibili: infatti, i 350 milioni saranno subito decurtati, mentre il recupero di quelle cifre attraverso i pagamenti Imu ed entro la fine dell’anno risulta quanto mai improbabile, a causa dei tempi strettissimi per l'informazione dovuta ai contribuenti non più esenti’’.

"Come se non bastasse - sottolinea ancora l’ANCI - i Comuni soggetti al Patto di stabilità sarebbero ulteriormente danneggiati dal rischio di non poter considerare a bilancio gli introiti derivanti dal pagamento dell’Imu ‘per competenza’, in quanto obbligati a verificarne l’effettivo incasso. Più in generale – conclude la nota - è del tutto inverosimile che il gettito venga pagato con la necessaria completezza alla scadenza del saldo Imu del prossimo 16 dicembre. Gli oltre 4 mila Comuni coinvolti, in cui risiedono 28 milioni di abitanti, si ritroverebbero così con un ulteriore taglio di risorse (per 700 enti maggiore del 5% del totale delle entrate), non coperto da un corrispondente maggior gettito Imu’’.

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